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mercoledì 17 giugno 2009

AUGURONI LUCIA

CARISSIMA lUCIA,
Sono felice Della nuova, non credo ci sia cosa più bella di essere nonna, e posso immagginarlo perchè MI ricordo la gioia di avere I nipoti e l'amore che ci svegliano, sì è la vita che is prolunga, ma certo essere mamma e nonna debbono essere imbattibili.
Ma poi certamente lo riceverai a Casa, altro che Camillo, elevalo alla quarta potenza se vuoi avere un idea di cosa diventerà la tua Casa...
 
Quanto al tuo testo è molto bello anche, circa l'imigrazione. Io credo che hai avuto una preparazione psicologica migliore Della Mia, Mia cugina MI diceva che mio fratello all'epoca con 9 ani, non voleva partire e persino gli zii avevano deciso di chiedere di lasciarlo in Italia. E Paolo ha sofferto tanto che is rifiutava a parlare italiano, lui MI rispondeva in portoghese e solo qualche Volta in italiano. In conclusione non ha insegnato l'italiano AI figli perchè non voleva che soffrissero quello che ha sofferto lui. Risultato, lo capiscono perchè noi gli parlavamo in italiano ma non lo parlano così che se vanno in Italia non possono andare dai parenti perchè oltre a non conoscerli, loro e Le mogli non parlano italiano e quindi sarebbe una pazzia comunicarsi. Solo loro capirebbero...
No è mancanza di interesse, domandano tante cose, sanno moltissimo Della famiglia, ci scherziamo pure sopra I caratteri, ma non li conoscono.
Ntuarlmente I figli loro peggio che peggio, sanno l'inglese perfettamente fin DA piccole perchè è iternazionale e serve per molte cose e per studio.
 
Mia cognata sempe diceva che muoriva di vergogna quando Paoo faceva sbaglli in portoghese, appunto perchè lo sapeva tanto perfetto che nessuno sapeva che non era brasiliano, allora lei is vergognava.Ma era raro.
Io ricordo poco, ma MI ricordo che piansi a dirotto per tutto IL tragitto in treno DA Salerno a Napoli, non sò perchè ma avevo capito che non avrei più avuto la nonna e nessun'altro.
 
Mò voi direte, Anna ha la febbre, prima dice una cosa poi un altra. E non siamo emigrati sofferti, papà GIà DA un anno lavorava qui. Ma non c'è contradizione.
 
Io credo che, al contrario di quello che dice Lucia, sono I bambinii più soffeerti, ma certo non è una regola. Non notavo sofferenza in mio padre col suo lavoro che gli dava molte soddisfazioni, non vedevo soferenza in Mia Madre che era un tipo che amava Salgari, e che era d'accordo con tutto quello che fosse avventura, e poi stava con papà, loro due is bastavano. Lo segui più tardi in Colombia, Panamà, Guatemala, sempre in posti DA riforma agraria,q uindi primitivi, ma organizzava bridge con gli altri Della FAO, faceva cene, era auto sufficiente nel suo tran tran.
Ed IL loro fine era aver trovato un futuro migliore per I loro figli, quindi erano presi DA un obiettivo che li soddisfaceva.
Questo volevo dire principalmente. Se TU decidi una cosa che trovi sia per IL bene, hai speranze, obiettivi, non upò essere tanto tragico, alla fine sono decisioni ragionate, adulte, devi sapere cosa fai. Muorire di fame certamente nessuno muoriva di più in Italia, alllora era certamente la ricerca di un futuro migliore.
 
I figli piccoli sono trascinati, non hanno obiettivi e trovano centomila difficoltà che non avevano, devono affrontare situazioni nuove, e senza nessun aiuto, a scuola non vanno I genitori, la lingua it isola.
 
Basta per oggi? Ciò non vuol dire che Lucia, hai ragione, per quel che dice riguardo te, sono contenta che it sia andato così.
Io fino ad oggi sento la mancanza dei miei, ora meno con l'internet.
 
Anna
 
 
 
 
 
 
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