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giovedì 25 giugno 2009

la mia nuova foto

 
eccomi totalmente rifatta!!!
Avete visto quanta bellezza nascosta  dietro gli occhialoni e il velo d'ombra sulla fronte? 
Adesso si' che sono attraente,  sofisticata come la nostra saggia dice.
 
Claudia, tu non sai niente su Papi, su Mami, le ville sarde, il palazzo Grazioli, i festini, le veline e  la cocaina, mentre io non so niente su "escort" e "meteorine" e gradirei che qualcuno mi spiegasse questi termini che impediscono la comprensione della maggior parte della cronaca rosa-nera-bianca-gialla italiana.
Paolo, Nicola, aiutatemi!!!!!
 
Parlando di cose serie, condivido con voi la vostra posizione di fronte alle regole ipocrite della chiesa.  
A 14 anni, appena tornata in Italia dall'Argentina, ho dovuto frequentare una scuola privata perche´la scuola pubblica non ammetteva coloro che non conoscevano l'ítaliano. L'unica scuola privata esistente nella mia cittá era quella delle suore orsoline provenienti da Verona. Bene, sin dall'inizio mi hanno fatto sentire come una criminale perché non avevo l'abitudine di andare tutte le domeniche a messa, di non mangiare carne il venerdi', di non fare il mese mariano (maggio) di non fare mai "fioretti" (non sapevo neanche il significato), di spogliarmi la sera quando andavo a letto davanti a mia sorella, peccando contro lo Spirito Santo, ecc. ecc. Hanno deciso di affidare alle mie compagne di classe il recupero della mia anima, persa nella cittá di Buenos Aires. Mi invitavano ad andare con loro a messa, a dire il rosario nelle loro parrochie, mi suggerivano fioretti, mi oscuravano gli occhi, limitavano i piccoli piaceri della mia etá, insomma, nel giro di pochi mesi ero diventata peggio di loro, pensavo solo a vivere in Dio, con Dio; non andavo a messa solo la domenica, ma tutti i giorni; alle 6.45 ero gia´davanti a scuola, in attesa che aprissero la porta della  chiesa, alle ore 7.00. Io entravo e restavo sola fino alle 7.30, ora in cui arrivava il sacerdote per dire Messa. Solo le mie compagne di classe interne pero' assistevano alla messa, le altre arrivavano persino in ritardo alle lezioni. Per farla breve, i miei sensi di colpa per la mia vita peccaminosa condotta fino  a quella etá erano cosi' forti che stavo decidendo di farmi suora. I miei genitori per fortuna capírono il male che mi stavano facendo e mi obbligarono, finito quell'anno a cambiare scuola.
Sono rimasta pero' fortemente segnata dai principi religiosi; quelli morali li avevo ereditati dalla mia famiglia. All'etá di 26 anni, mi sono innamorata di un tunisino, ovviamente musulmano, e il mio padre spirituale, quando lo seppe, mi disse che ero in peccato mortale, che dovevo lasciarlo o convincerlo a cambiare religione.  Farouk mi disse: io lascio te, ma non la mia religione. Allora io decisi di stare con lui abbandonando definitivamente la mia chiesa, non il mio Dio.
 
Buona giornata
Ivana
 
 


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