Cose da ricordare agli italiani che si disperano. In un'epoca in cui basta un virus, il Coronavirus, a far deprimere un intero popolo, per trovare motivazione basta ricorrere allo strumento più efficace che abbiamo: la memoria.
E usandola scopriamo che ci sono molte cose da ricordare agli italiani. Perché l'Italia non è una propaggine periferica dell'Europa ma uno dei centri propulsori del mondo. Esagerato? Leggiamo qua:
Cose da ricordare agli italiani che si disperano per il Coronavirus
– Gli italiani hanno governato mezzo mondo. Ai tempi della sua massima espansione l'Impero romano governava dalla Spagna al Medio Oriente, dalla Scozia all'Egitto. Tutta l'Europa e il Mediterraneo avevano la testa a Roma. Non a Bruxelles.
– Per venti secoli gli italiani hanno comandato la più diffusa religione al mondo, il cattolicesimo. I papi che governavano moralmente sul mondo erano italiani scelti da italiani. Il monachesimo, che bonificherà l'Europa, nasce in Italia, con San Benedetto da Norcia e la maggior parte dei movimenti religiosi ha l'Italia come epicentro.
– Oggi se vogliamo parlare di scuole di alto livello citiamo Oxford, Cambridge, Harvard. Ma le università, incubatrici di cultura e conoscenza, sono nate in Italia. La più antica istituzione universitaria del mondo, quella di Bologna, data addirittura il 1088.
– Oggi tutte le economie del mondo guardano alla Cina come meta per svilupparsi. I primi occidentali che hanno messo piede in Cina sono italiani. Basta leggersi il Milione di Marco Polo per scoprire come già nel XIII secolo gli italiani erano lì.
– Tutti guardano oggi alla scienza come elemento centrale nel progresso dell'umanità. Vale allora forse la pena ricordare che tutto il costrutto scientifico, dalla medicina alla fisica, dalla matematica all'informatica, si fonda su un metodo che abbiamo inventato in Italia. Quello del pisano Galileo Galilei.
– Ogni volta che accendiamo la radio, in qualunque parte del globo, dovremmo ricordare che l'ha inventata un bolognese, Guglielmo Marconi, ogni volta che usiamo una pila dovremmo ricordarci di Alessandro Volta. E ogni volta che usiamo un telefono e quindi ogni volta che usiamo internet, non dovremmo scordare che lo ha inventato Antonio Meucci.
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