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lunedì 2 maggio 2016

* I Libri *

Una nuova Fiera del Libro, come ogni anno, si e' aperta a Buenos Aires. Ricorderete che in edizioni passate ci sono andata, ma non quest'anno perche' non sono in condizioni di camminare molto e stare troppo tempo in piedi.

Hanno ragione Claudia e Marta quando parlano della preziosita' del libro come oggetto oltreché del suo valore intrinseco come opera letteraria.

Per me il libro e' come uno scrigno che invece di contenere gioielli e oro, contiene qualcosa di piu' valore di un tesoro qualsiasi. Il libro contiene un mondo, quello che lo scrittore ha saputo descrivere e nel quale ci introduciamo con un interesse e una fruizione che solo sa valutare chi ama leggere. 

Il libro ci introduce in mondi sconosciuti, a seconda dell'argomento a cui si riferisce, ci parla di pensieri, di storie, di sentimenti, di passioni, di scoperte, ci insegna, ci  diverte, ci illustra, ci illumina.
E a volte ci sembra che parla di quello che abbiamo pensato e voluto dire noi stessi. Molto spesso e' lo specchio di noi stessi.

Diceva Cesare Pavese: "Leggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma".

Ma a parte il suo contenuto, il libro e' qualcosa di piu' di un oggetto. Il suo aspetto ci parla di come e' stato vestito, com'é la sua copertina, i suoi colori, le sue dimensioni, come riesce a catturare la nostra attenzione,  oltre il titolo, anche la sua forma. Tutto questo ci parla, prima di farci entrare fra le sue pagine, prima di salire la scala, pagina dopo pagina, come tanti gradini che ci portano al culmine della storia e alla sua conclusione. E vorremmo che mai finisse quando il libro ci e' piaciuto e ci ha catturati con il suo contenuto avvincente.

Ricordo i miei primi libri che erano quelli della scuola elementare, ora si dice scuola primaria. Dopo diversi giorni che erano iniziate le classi arrivavano i libri di testo, i libri di lettura per i piu' piccoli, mentre per le classi piu' avanzate c'erano in piú altri libri come quello di storia, di geografia, di matematica, ecc. Ma fino alla terza classe avevamo soltanto quello di lettura. Per me, era una gioia enorme vederli arrivare, tutti ammucchiati sulla scrivania della maestra, la quale li distribuiva a ogni bambino. I genitori avrebbero pagato dopo.

La prima cosa che facevo era scrivere il mio nome sulla prima pagina bianca dopo la copertina. Il bello era sfogliarlo e guardare le illustrazioni che corredavano le letture. Quei disegni mi affascinavano! Poi giocavo a indovinare quale disegno veniva nelle pagine seguenti che sfogliavo con una ingordigia come se mi trovassi di fronte al dolce piu' delizioso.

E lo custodivo con grande amore, facendo attenzione che le pagine non si piegassero agli angoli, che non si logorasse con l'uso quotidiano. E veniva subito foderato con un foglio resistente e colorato, per proteggere la copertina e il dorso che erano quelli che soffrivano di piu' ogni volta che il libro entrava e usciva dalla cartella.

Leggevo le storie, i racconti, brani di autori classici, poesie, storie di viaggi, leggende su svariati argomenti, come per esempio il perche' il cavolo viola ha quel colore: Un cardinale aiuto' una vecchina che camminava lungo una strada con un carico molto faticoso per lei e lui prese la borsa di cavoli bianchi troppo pesante per l'anziana signora. Quando la vecchina arrivo' a casa e apri' la borsa, i cavoli erano diventati viola come la mantellina del cardinale (che sara' stato un santo uomo!). :-) Ecco, questa era una delle leggende che ricordo.

Quei libri mi hanno insegnato l'italiano, mi hanno risvegliato un amore per la lingua che non e' mai diminuito, anzi l'ho amata ogni volta di piu'. Mi ha insegnato a esprimere i miei pensieri  e mi ha dato parola per parola lo strumento per comunicare.

Poi crescendo, con la mia piccola paghetta, andavo in edicola che stava nei giardinetti, dove si vendevano oltre ai giornali anche libri, riviste, giornalini a fumetti e compravo i miei primi libricini per bambini (ancora ne conservo alcuni).

Eccoli, alcuni hanno ancora la copertina foderata!
Se ingrandite la foto si puó leggere la data in cui li compravo: gennaio 1951!   :-O 
Non avevo ancora undici anni ! :-)



E qui sotto, una cartolina dove si vede il chioschetto ai giardinetti dove il giornalaio era anche il postino che ci portava le lettere che mio padre ci scriveva durante il suo primo viaggio in Argentina.



 A destra si vede la chiesa dove andavo a Messa la domenica (la mia casa si trovava a 100 metri piú a destra, peccato che non si vede), poi c'é la torre del municipio, con l'orologio dove imparai a leggere l'ora e subito dopo, piú a sinistra si vede, dietro gli alberi, la mia scuola, inondata di sole. Sul tratto di strada che va dalla chiesa alla scuola, ho imparato ad andare in bicicletta... andavo da un angolo all'altro della piazza fino che imparai a stare in equilibrio! :-)

Questi sono i miei ricordi infantili che, parlando di libri, mi sono tornati in mente. Poi ci sono i ricordi di altri libri, quelli che ho letto da grande, ma quelli sono piu' impegnativi  e poi ho perso anche il conto di quanti ne ho letti!  :-)

Quanti ricordi si sono affacciati a proposito della Fiera del Libro! Come al solito vi dico: spero di  non avervi annoiate. :-) Ma penso che condividendoli ho donato un po' di me stessa e un po' del mio tempo, cose che ho fatto con grande piacere.

Vi saluto con un grande abbraccio
Lucia

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