Fra le tante dichiarazioni ho trovato in rete questo scritto che mi sembra interessante e lo condivido con voi.
Da ieri sentiamo con sgomento dell'incendio, forse doloso, che ha colpito la cattedrale di Notre-Dame a Parigi, che qui mostro volutamente non in fiamme, ma nel suo splendore, in un mio scatto di un anno fa.
Sorta su un sito dove si trovava un tempio di Giove dell'antica Lutetia, la sua costruzione iniziò nel 1163, nello stile gotico dell'epoca, e proseguì fino al 1351, col lavoro di generazioni di abili costruttori e artigiani.
Non tutti sanno però che l'edificio che si ammirava fino a ieri non era esattamente l'originale. All'inizio dell'Ottocento Notre-Dame, per l'incuria, i danni del tempo e quelli della Rivoluzione, era praticamente una rovina: la guglia centrale non c'era più e perfino le famose sculture della facciata erano state decapitate, credendole ritratti dei sovrani. I lavori di restauro e ricostruzione, pesanti e all'epoca molto discussi, iniziarono intorno al 1830, grazie alla forte denuncia di Victor Hugo, e furono affidati all'architetto Viollet-le-Duc.
Pare per
fortuna che la struttura esterna, che è la parte maggiormente originale,
sia sopravvissuta all'incendio di ieri. Dunque il danno
storico/artistico non è così grave come può sembrare: la cattedrale è
già stata ricostruita in passato e potrà esserlo ancora, se ci sarà la
volontà politica. Ma il punto è un altro e cioè il duro colpo subito da
un simbolo, non solo di Parigi o della Francia, ma di tutta la nostra
cultura europea e occidentale, che poggia in primo luogo sulle radici
classiche greco/romane, ma anche su quelle cristiane (e questo
indipendentemente dall'essere o meno credenti). Sulla volontà politica
di recuperare questi simboli, questa tradizione, ho molti più dubbi che
sulla possibilità di una ricostruzione fisica, e forse l'incendio di
Notre-Dame, doloso o accidentale che sia, è un simbolo dei tempi: il
passato viene trascurato e distrutto a favore di un presente senza
identità e senza futuro. Certo, questo evento era troppo grande per non
suscitare clamore, ma quante Notre-Dame ci sono che bruciano lentamente e
silenziosamente? Come disse già allora Victor Hugo: "Mentre si
costruiscono con grande spesa non so che razza di edifici spuri, altre
strutture, mirabili e originali, cadono a pezzi tra il disinteresse
generale".
Filippo Molteni
Filippo Molteni
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