prima di tutto Vittoria, certo meglio fare radiografia, non é certo normale con medicine e morfina avere ancora tanti dolori, spero vada tutto bene e che sia solo questione di dover aspettare altro tempo, senò certo ci saranno mezzi di abbreviare...mi dispiace molto per te. Certo se scoprono cosa sia é meglio, così è giá lunga...auguroni e baci
Lucia cara, sono contenta che passi serene ore con tua figlia e preparate il bel viaggio di vacanze, sará certamente bello, peccato il caldo.
Riguardo Gaudi, il problema é che io non capisco di arte, certo capisco il valore di un opera come questa di Gaudi, ma visualmente non mi é piaciuta, e purtroppo é l'unico occhio che io ho. Troopa poluizione visuale per me, vedi, una maniera mediocre di giudicare, ma sono sincera, ho capito la complessità e la genialità del tutto, ma non mi é piaciuta, solo questo. Il valore non lo discuto, poi, non sarò certo io quella più indicata per parlarne, sono una laica.
Quanto alla sabbia mobile, sì, hanno ragione i fumetti, affondi inesorabilmente, é bruttissimo.
Dunque São Luis, la capitale del Maranhão, ha una città antica, con poche costruzioni, molte completamente ruderi, epoca aurea di questo posto che si chiama Alcãntara. Da lì il Brasile lancia i suoi supposti missili che poi non funzionano...ehehhehe, ma insomma, é la base.
È molto interessante. si dá il caso che non é raggiungibile da terra, la strada é impraticabile, si vá in grossi barconi, in un ora e mezza di navigazione. La nave, con moltissime persone, esce al mattino e torna al pomeriggio nella capitale, São Luis.
Il problema é che, al ritorno, la marea é bassa, la barca non arriva al porto di São Luis, allora che fanno, portano i passeggeri a turno in piccole imbarcazioni fino ad un certo punto, poi neanche queste piccole imbarcazioni possono proseguire. Non c'é acqua succificiente.
Rimane la sabbia bagnata mobile e che, appunto, ingoia.
Quando le barchette si fermano loro spianano tutte tavole di legno appoggiate nella sabbia ed allora l'ultimo traggetto é fatto a piedi su queste tavole che arrivano al porto. Naturalmente camminare su di esse non é proprio molto stabile.
Sì c'era Wladimir, anzi, é quello che più mi ha aiutato nonostante il più disperato.
Succede che ad un certo punto non sò come, il mio piede é scappato dalla tavola di legno ed è cascato nella melma, e lì tutta la gamba é stata succhiata giù, per il dolore ho dovuto far seguire anche l'altra gamba, senò mi spaccavo il femur, e lí mi sono trovata totalmente inguaiata. In più ero vestita, con short e sandali, il che non aiutava, per questo ho lasciato un sandalo di ricordo alla Iemanjá, dia del mare....Naturalmente trattandosi di tavole piuttosto strette, non é che gli altri avevano molta mobilità senza correre rischi, e già Wladimir che non mi lasciava la mano occupava un posto ben grande per dar posto agli altri, ma non mi poteva lasciare.E la fila dietro di noi era grande. per fortuna sono venuti alcuni uomini dal porto in senso inverso alla passarella, e loro con Wladimir mi hanno tirato fuori, non senza sudate. Sono arrivata ad affondare fin quasi sopra le anche, ma per fortuna non completamente, e poi ho capito che il sandalo impediva la salita e allora sono riuscita a sfilarlo e così mi hanno tolto piano piano fuori, nera come il carbone.
Penso che oggi abbiano risolto il problema ma la marea é sempre bassa a quell'ora del ritorno, non c'é come navigare, non só, devo informarmi se ancora usano le antiche tavole di legno per l'ultimo traggetto. Ma dalla gente che si affaccia sulla panchina dá per capire che lo spettacolo é diario, non sono stata l'unica certamente...e come ridono. Bé, ormai é fatta, é stata bella la passeggiata, ma non la consiglio a nessuno...
baci
Anna
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