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mercoledì 2 febbraio 2011

AMPARO, ADRIANA

Mi perdonerete se non sono chiara, ma alle quattro del mattino, appena sveglia, faccio quel che posso.
 
Amparo carissima, scherzavo logico, sapevo che stavi male e che nessuno DA sabato ha fatto la Mia pizza, ingiusto...
Secondo IL mio concetto che domani, sentendosi meglio, capirai anche meglio, senza dubbio la matta sei TU...ripeto, secondo IL mio concetto, non mio, Della psicologia come l'ho capita io con tante variazioni....
Vedrai come ti piacerà Ed è semplice, non si sporca niente......
 
Carissima Adriana, concordo con te sull'appunto che fai circa la rassegnazione come condizione di un poco di felicità in una situazione particolarmente difficile Della vita a cui, purtroppo, tutti andiamo soggetti. E ti ringrazio di aver capito IL mio scritto, che come scrivo io cara Mia...
 
Ma io credo che la rassegnazione è un ripiego non è l'unico modo di avere un poco di felicità in situazioni infelici, almeno per me, questa rassegnazione di cui TU parli è, per me ripeto, la presa di coscienza di chè la felicità non si è raggiunta Ed IL rinunziarci ad arrivarci, è la perdita delle forze.
 
Insomma, sempre parlando per me, per l'amor di Dio, è come se IL destino, Dio, la vita, come chiamar si voglia, ti dica, ora, in questa circostanza hai tre scelte:
La felicità, la tristezza o la rassegnazione. In questo io dico che, se la rassegnazione è una scelta cosciente, volontaria, allora può essere anche la serenità.
Se la rassegnazione è la rinunzia ad una lotta insana, non è una scelta è un vortice che ti divora, e non è certo, NE potrebbe essere serenità, è sopravvivenza.
 
Purtroppo alla serenità ci devi arrivare, ti devi arrampicare, devi trovare Le forze, non è una virtù, è una conquista,a volte dolorosissima,ma compensatrice.
Ma quanti ci arrivano alla vetta?
 
Bacioni
Anna
 
 
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