....

....

venerdì 24 ottobre 2014

* generale/generala *

E sí, cara Anna, ho scelto di essere generala perché é una categoria che non esiste, proprio per questo! ;-)

Adesso a parte gli scherzi, a parte i problemi idrici che colpiscono la vostra zona, a parte i ballottages vari che avremo domenica (in Brasile e in Uruguay), a parte che domenica 26 finalmente si realizzerá l'annuale BUENOS AIRES CELEBRA ITALIA (programmata per il 5 ottobre e sospesa per piogge intense che giustamente si verificarono), voglio parlare di qualcosa che vorrei scrivere con una nota di umorismo, ma non so se ci riusciró. 

Comunque vi racconteró su un mio viaggio in metropolitana.
La volta scorsa credo che scrissi su un mio viaggio in colectivo (autobus). 

In questi viaggi possono succedere cose inaspettate, a volte bizzarre, a volte simpatiche e a volte antipatiche. Vi racconteró il mio viaggio di ieri in metropolitana.

Erano le 4 del pomeriggio. Scendo alla stazione Catedral dove il treno inizia la sua corsa e vedo che c´era uno che stava partendo, pieno zeppo. Molta gente non é potuta salire e, come me, ha aspettato il seguente treno. Eppure non era ancora l'ora di punta e c'era giá una marea di persone. 

Mi sono seduta su una panchina dove in un estremo stava seduta una ragazza. Io mi siedo all'estremo opposto. Subito dopo arriva una donna con un grande zaino. Invece di sedersi in mezzo a noi, rimane in piedi ad armeggiare con il suo zaino appoggiato alla panchina. 

Frugava cercando qualcosa e intanto i lacci e le fibbie svolazzavano dappertutto. Siccome si era fermata proprio a ridosso di dove stavo io, dovevo stare attenta a non essere presa di mira da questi lacci e fibbie mentre guardavo tutto il posto libero che c'era fra me e l'altra ragazza dove avrebbe potuto sistemarsi meglio e fare le sue ricerche senza darmi fastidio. 

Siccome le ricerche si prolungavano, mi sono alzata per evitare il disturbo e ho aspettato in piedi. Dopo qualche minuto é arrivato il seguente treno praticamente vuoto, visto che il viaggio iniziava proprio lí.

Tutta la gente che si era ammucchiata, si é catapultata dentro il treno alla caccia di un sedile. Io sono riuscita a prendere quello che stava vicino alla porta. Mi sono seduta e immediatamente dopo ho avuto davanti a me una vera barriera di persone che stavano in piedi affrontando il loro viaggio appiccicate una all'altra come sardine.

Proprio di fronte a me si é sistemato un signore, un po' pancione, con la giacca al braccio perché faceva caldo e con una valigetta portafogli in mano. Questa valigetta batteva sul mio ginocchio, la cerniera finiva proprio all'angolo del mio ginocchio e mi tormentava. 

Io ho cercato di spostarmi, ma non c'era dove mettermi al riparo. I piedi non trovavano posto. Quindi ho guardato questo signore per fargli capire che doveva sollevare un po' la sua valigetta o spostarsi leggermente se avesse voluto, ma lui non se ne é curato minimamente. 

Il viaggio continuava e io speravo che lui scendesse o che trovasse un modo per sistemarsi meglio, ma anche se altra gente scendeva, lui non si spostava di un millimetro e la sua valigetta continuava a tormentarmi.

Ma se questo non bastasse, di fianco, davanti alla porta di uscita, c'era un ragazzo che chiacchierava con un'altra ragazza. Mi stava praticamente addosso, visto che si era seduto su una barra transversale che separa il primo sedile dalla porta. 

Mancava poco che non si sedesse sulla mia spalla. Mi sentivo intrappolata, ma nessuno si preoccupava di dare meno fastidio a chi gli stava intorno. La mia scomoditá andava in aumento, ma certamente non ero la sola a stare scomoda.
Ho cercato di distrarmi, ma mi era difficile distogliere l'attenzione dal mio ginocchio...

A un certo punto é arrivato un giovane che cantava con la chitarra. Si é sistemato il meglio che ha potuto in mezzo alla folla e ha cominciato a suonare qualche nota. Aveva l'amplificatore e il suono denso e armonioso era una carezza che si spandeva nel poco spazio fra le persone. Dopo i primi accordi ha cominciato a cantare una canzone bellissima e a me é sembrata proprio azzeccata al momento che stavo passando.

"Noooo..... no puedes ser feliz, con tanta gente hablando, hablando a tu alrededooor!"

E io pensavo:  non hablando... ma spingendosi!

La gente viaggiava con aria distratta, forse pensando alla fine del loro viaggio e dove avrebbero diretto i loro passi, ma quando la canzone é finita, molti hanno applaudito. Anche io: il ragazzo era proprio bravo!

Man mano che arrivavamo alle stazioni, la gente scendeva e quindi si é fatto un po' piú di spazio. Il signore della valigetta, finalmente si é spostato, ma il suo posto lo ha preso una signora che aveva una capiente borsa, un borsone e una busta della spesa. Tutto questo pendeva davanti al mio naso, ma per lo meno piú nulla si appoggiava su di me.

Finalmente sono scesa, mentre il ragazzo che suonava stava cantando un'altra bellissima canzone: "Tutte le foglie sono del vento, ma non la luce del sole!"

Mi sembrava che le canzoni le avesse scelte per me! :-)

Ho lasciato qualche soldo per lui e sono finalmente uscita dal treno, sono salita sulla strada, alla luce del sole.

Lucia



Nessun commento: