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martedì 4 giugno 2013

* L'emigrante *

Dalla notte dei tempi (questa è una frase fatta, però mi piace) l'uomo è stato un MIGRANTE (nomade). Si spostava permanentemente, a seconda delle stagioni, in cerca di cibo. 

In seguito si stabili in alcuni posti dove trovò condizioni favorevoli e la sua dimora fu la caverna. Lì si fermò con la sua famiglia e mentre l'uomo usciva per lunghi o brevi periodi per cacciare e portare alla famiglia qualcosa da mangiare, la donna si occupava nei dintorni raccogliendo quello che la terra offriva e che fosse commestibile.

Poi, quando l'uomo imparò a seminare, non fu più nomade (nomada?) e si fermò stabilmente creando piccole comunità. La lunga evoluzione ha portato l'essere umano a cambiamenti sia fisici che di luogo di permanenza e solo moltissimo tempo dopo stabilì dei limiti intorno al suo habitat, arrivando piano piano a quello che oggi conosciamo con il nome nazione che ha dei limiti disegnati sulla carta geografica e non solo. 
La nazione è il luogo di residenza dei popoli, è la loro casa.

Le moderne correnti migratorie hanno portato, come foglie al vento, intere generazioni da un posto all'altro, sempre cercando un posto favorevole a una vita degna. 

Prima di queste migrazioni c'era stata la colonizzazione, dal nome di Cristoforo Colombo, Colon in spagnolo, molto discussa fino ai giorni nostri da nuove ideologie chiamate progressiste. In Argentina, Cristoforo Colombo è considerato, secondo questa ideologia, un genocida, cioè è stato l'iniziatore di quell'azione trasformatrice, e spesso distruttrice, che tendeva a convertire gli indigeni alla religione cristina, alla cultura europea, distruggendo invece la cultura autoctona e arrivando alla decimazione dei popoli nativi per il loro crudele utilizzo nei lavori in cui non erano abituati, anche perchè erano fisicamente deboli, e per togliere loro le terre.Tutto questo è materia di discussione che sicuramente non avrà fine.

Ma tornando alla migrazione (o emigrazione), dopo la scoperta dei nuovi continenti, c'è stato un grande flusso migratorio che ha dato vita ai moderni paesi che conosciamo, sia nelle Americhe, sia in Australia, sia altrove. Sono nate nuove nazioni e i loro abitanti hanno avuto la loro terra, con i loro limiti, dove hanno stabilito la loro casa.

Ogni Nazione è una grande casa, ogni Nazione moderna ha i suoi limiti territoriali e allo stesso modo in cui si entra in casa altrui, cioè chiedendo il permesso, così è andata per gli emigranti tradizionali che per entrare in un nuovo Paese dovevano avere il permesso di questo paese. Oggi, la facilità di mobilizzazione ha permesso che molta gente vada da una parte all'altra senza il permesso "burocratico", quindi sono emigranti clandestini, e si è arrivati ad avere un inedito fenomeno che vede i paesi che tradizionalmente "esportavano" emigranti , diventare paesi che ricevono immigranti. 

Ci sono moderne correnti ideologiche che auspicano società multiculturali. Forse in un futuro si abbatteranno anche le frontiere dei paesi e il mondo sara veramente globalizzato, non ci saranno problemi di cittadinanza e ognuno sarà padrone di andare e venire dove vuole.

Tutto questo ovviamente è discutibile e mi piacerebbe sentire la vostra opinione.

Scusate se l'argomento di stamattina è un po' pesante, ma siccome ieri qui si celebrava il giorno dell'emigrante italiano, mi sono lasciata prendere dalle mie riflessioni.

Mando un saluto a tutte voi e uno speciale al nostro amico UHÈ il cui figlio è emigrato da Napoli a Udine...

Lucia

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