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sabato 29 settembre 2012

Cara Lucia

Allora ci andava bene un poco di ottimismo.
Tanto quanto nella poesia di Vittoria, beata te che sai pensare e vivere cosí, un dono della vita. Che tu sia felice come riesci, hai ragione, la facciamo molto noi la vita prendendola com'è. Sembra una contradizione ma non lo è affatto, forse è il segreto proprio del saper vivere;
Marta, certo oggi si divulga di nuovo il benefico che è l'allattamento come anticamente come dice Lucia. Ma sai, la mia preoccupazione è una cosa diversa, si riferisce alle abitudini dominanti. Se non si usa, può risultare in qualche problema psichico per il bambino e parlo da non pratica, come sempre.
Però riguardo questo ti, vi racconto un piccolo fatto che mi ha molto impressionato ed insegnato, sapete alle volte la vita ti gioca dei scherzi che poi restano, e ne deduci quel che...
Dunque, mio fratello più grande, credo avesse 12 anni, studiava nel Colleggio dei Gesuiti, il São Luis un ottimo colleggio, tradizionale qui.
E questo lo dico perchè ha ragione di essere per il racconto che farò.
Qui in Brasile i ragazzini, già piccoli, ma senza dubbio ai 10 anni in su, non usano i pantaloni corti, solo per gli sport o fine settimana. Abitudine del paese generalizzato. Mio fratello dovuto all'origine italiana e per via di mia madre invece, già andava a scuola con i pantaloni corti. E già era un problema per lui, ma cosa poteva fare? Immaggino le prese in giro, ma non era grave e lui ha passato mesi, credo un anno lì.
Ed ecco che successe il guaio, credo che mia madre non lo seppe mai, anche perchè lui era molto quieto e sorbiva tutto.
In un giorno di inverno fortissimo, gelido, che ci sono qui a São paulo ad agosto, cioè,Luglio ed agosto, ma luglio e vacanza...
Ebbene, mia madre mandò mio fratello a scuola con i pantaloni alla zuava, credo sapete quali siano, io li trovo elegantissimi, pantaloni sotto il ginocchio, con i calzettoni sopra.Ma inesistenti qui.
Ovviamente non sò cosa sia successo. Solo sò che lui non volle più tornare in quel colleggio con grande scandalo a casa, non mi ricordo che abbia raccontato il perchè e cambiò per un altro colleggio, vicino all'altro, ma lì cominciarono i suoi disinteressi per la scuola, credo io.
Finì il liceo lì, era impensabile per mio padre che non lo facesse. Poi avendo sempre avuto la passione per medicina, oltre che era un disegnatore dii eccellenza e già dipingeva, cominciò con poco entusiasmo un corso di preparazione per l'ammissione all'università.
Allo stesso tempo conobbe la moglie, ed a 18 anni si sposò, naturalmente cambiando insieme a lei anche pittrice, la sua direzione.
Per me un peccato, operava tutte le mie bambole...
Non che io voglia attribuire ad un fatto isolato un destino, ma che ha avuto influenza in molte cose questo sicuro, per esempio, le sofferenze delle derisioni inevitabili dei bambini a scuola l'hanno portato ad imparare un portoghese perfetto, tanto che era giornalista e scriveva benissimo, e poi a non insegnare l'italiano ai figli per evitare accenti che potessero nuocerli nella convivenza e nella lingua. Loro di questo si lagnano oggi, ma spero averlo spiegato, anche io e ho sofferto e parecchio, il portoghese è molto difficile e chiuso come lingua.
L'allattamento fino a più grandicello con questo? Niente forse, ma dipende, l'infanzia è un età cruciale per il futuro, i bambini sono innocenti quando vittime, crudeli quando attaccanti. E innocenti o crudeli non dipende certamente dai bambini, dipende dalla vita.
Forse per questo mi sono manifestata, forse per questo ho raccontato un fatto che ormai il personaggio principale non c'è più, ma se mi è rimasto, se ci penso ancora, qualcosa mi ha detto e quindi, come dicevate, raccontare, ho raccontato, poi mi sbaglio, certo, ma un racconto è un racconto, non costa niente ed è una vita anche questo.
Un bacione, e niente male come racconto di un sabato sera, spero non aver scocciato troppo.
Abbraccio
Anna

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