Cara Silvia, ho letto la tua prima puntata e devo dirti che ho tardato molto per finire di leggere, perchè dal tanto ridere dovevo fermarmi e solo dopo un bel po' riuscivo a riprendere la lettura.
Non so se alle altre amiche risulterà cosi divertente, ma a me fa molto divertire quando mi "scoprono" i difetti... o gli sbagli (veniali)... ahahaha! che involontariamente posso commettere!
Però, devo dire che (scusa, ma è più forte di me) ci sono delle imprecisioni nel tuo racconto. Prima di tutto, il mercoledì siamo andate al Tortoni e non a casa di MRV. Di questo giorno nel famoso caffè (che non ti ha fatto un grande effetto, e hai pure ragione perchè non è bello, ma il suo valore è più che altro storico) non hai fatto parola, quindi nessuna delle partecipanti, ossia Adriana, Claudia e Teresa, hanno suscitato in te qualche commento di rilievo... (sarà?).
Invece a casa di MRV siamo andate il giovedì e non il mercoeldì, e non solo hai confuso il giorno, ma hai confuso anche i nomi. Il marito di MRV si chiama Carlos e non George, e il figlio (che non ha aperto bocca, e questo è vero) si chiama Diego e non Daniel, perchè Daniel è il papà di Santino e che non c'era quel giorno.
In quanto al sedile nel bus, hai ragione che ho preferito che il sole lo prendessi tu, ma tu sei "brasiliana" e quindi con il sole i brasiliani sono super-abituati. Anche io, devo dire, sono abituata e non mi disturba prendere il sole, ma da quando ho avuto il "problemino" che voi sapete, devo riguardarmi! Ancora una volta ti chiedo di scusarmi! :-)
In quanto al sedile duro, devo dire che non tutti i bus hanno i sedili in plastica, ma molti li hanno imbottiti e tappezzati con stoffe un po' carine..,
E devo darti la ragione che avremmo potuto sederci nella fila dei sedili all'ombra, ma quelli erano sedili singoli, quindi non saremmo rimaste sedute insieme... e mi sarei persa il racconto di alcuni episodi della tua vita (atemporali) che hai voluto raccontarmi.
E per ultimo, il fatto che io amo sapere le date, ti dico che per me è importante nel senso che posso comprendere la storia che mi si sta raccontando per una maggiore completezza, cioè se ti chiedo, quanti anni avesse tuo padre al momento del grave incidente che ha avuto, è solo per il fatto di ampliare la conoscenza su di lui e su di te che me lo raccontavi. Perchè non è lo stesso se tu quel fatto lo hai vissuto a 10 anni, oppure ai 20, ai 30, ecc.
Lo so che è importante l'evento e non la data, ma secondo me è anche molto importante collocare l'evento in uno spazio temporale che allarga la comprensione del fatto stesso, sia emozionalmente parlando, sia sulle sue conseguenze.
Dopo di ciò, ti dico che attendo la seguente puntata perchè mi sono divertita molto con il tuo racconto.
Comunque voglio aggiungere che mi è mancato che ci incontrassimo la sera, per un caffè, per una cenetta insieme, a casa mia o fuori, ma tu eri sempre molto stanca alla fine degli incontri e volevi tornare prontamente al tuo albergo per riposare.
Non abbiamo avuto modo di parlare di me e della mia storia, ma il tempo è stato tiranno... 4 giorni forse sono stati pochi... Avevamo distribuito il tempo a incastro... :-) ma mi sarebbe piaciuto avere momenti più rilassati, ricevendoti a casa mia senza fretta e senza stanchezza di mezzo. So che per te è stata una maratona...
Sarà per un'altra volta.
Grazie del divertimento "en plus" e un abbraccio.
Lucia