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martedì 12 luglio 2011

* le culture orientali *

Le culture orientali sono affascinanti, anche se  io, personalmente, non ne sono mai rimasta molto coinvolta.
Non ho mai sentito il desiderio che hanno molte persone di visitare l' India, la Cina e  altre zone del continente asiatico. Forse mi attirerebbe il Giappone, ma non mi sollecita neanche molto l'idea di fare un viaggio da quelle parti.

Sono rimasta, però, sempre stupita e ammirata dalle manifestazioni di queste culture, specialmente per quel che si riferisce all'arte e all'architettura. Rimango sempre incantata, voglio dire proprio con la bocca aperta, davanti alla  grandiosità di certe  meravigliose costruzioni, sia di templi (il Taj Mahal) sia di statue (gli enormi Buddha), sia di ricostruzioni di avvenimenti storici, (l'esercito cinese in terracotta a grandezza naturale), la Grande Muraglia,  come pure la pittura e la letteratura (particolarmente la pittura giapponese e certe manifestazioni poetiche), ecc. 

Ma per quel che si riferisce alla cultura che ha regolato la vita di queste società ho sempre avuto un atteggiamento di rifiuto e a volte di vero disgusto. In alcuni casi, ho avuto addirittura un sentimento di orrore. Sì, orrore, quando penso alla terribile usanza che c'era in Cina fino a pochi decenni fa, di martirizzare le donne riducendo i loro piedi con un sistema veramente barbaro, che spesso causava loro la morte.

Avevo letto molti anni fa un libro intitolato "La locanda della sesta felicità", e si era fatto anche un film che aveva come protagonista Ingrid Bergman, se non sbaglio. In questo libro si legge la battaglia di una donna americana che riesce a sconfiggere questa terribile usanza convincendo al governante di turno di quanto fosse terribile e barbara e inutile, ottenendo che emettesse una legge che proibiva questo costume.

In questi giorni, sto leggendo un libro (che mi ha regalato un mese fa la mia amica Thea), che si chiama "El abanico de seda" della scrittrice cinese-americana Lisa See. Il titolo originale  è "Snow Flower and the secret Fan" , cioè Fiore di Neve e il ventaglio segreto.

Oggi, leggendo il Corriere della Sera, con grande sorpresa ho trovato la notizia che mi è sembrata una grande coincidenza e cioè che qualche settimana fa è stato proiettato a Cannes un film fatto sul libro di Lisa See. Il film si intitola appunto "Il Ventaglio Segreto".

Non sono sicura che la mia amica ne sia al corrente. Anzi, mi è sembrato che la scelta del libro è stata molto casuale e non mi ha fatto nessun riferimento al suo "background", cosa che avrebbe fatto se lo avesse saputo.

Ebbene, in questo libro, si narra la storia di due bambine che saranno amiche per tutta la vita e che fin da piccole imparano una scrittura segreta per comunicare fra loro donne i loro segreti. Una delle due protagoniste, racconta come veniva svolta la tecnica della riduzione dei piedi delle donne, cosa che iniziava in tenerissima età. Leggendo e apprendendo tutto questo, sono rimasta sconvolta e con un grande senso di rivolta pensando alle terribili condizioni di inferiorità e di maltrattamento in cui è sempre vissuta la donna nelle diverse culture. E non posso evitare di chiedermi come nascono certe usanze. Nel caso dei piedi piccoli, non posso immaginare a chi sia venuto in mente mettere in atto questa tremenda menomazione che le donne accettavano fin dall'eta di 7 anni, momento in cui si cominciava con la tecnica del bendaggio per non far crescere i loro piedi. Da questo particolare dipendeva il valore della donna al momento di essere scelta per sposa. Le donne a cui non avevano ridotto i piedi, non le sposava nessuno e il loro ruolo nella società era quello di serva. Le serve avevano i piedi "grandi"....

La storia, poi, narra tutta la situazione di dipendenza della sposa nella famiglia del marito, l'importanza di fare figli maschi, ecc. e anche qui, si verificano situazioni di grande vessazione della condizione femminile.

Insomma, non che nelle culture occidentali la donna sia stata trattata molto bene, ma per lo meno non c'erano condizioni di barbarie come quella della riduzione dei piedi.

Quanta strada ha dovuto percorrere la donna per arrivare ad avere uguali diritti e dignità, sebbene sussistano ancora molte lacune e discriminazioni!

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Cara Marta, in fatto di libri e film, vedo che anche tu, grazie alla tua classe di italiano, stai facendo una bella esperienza, quella di analizzare e paragonare il libro al film che poi venne fatto da Fellini. E' vero, dopo del film nacque una vera e propria leggenda sulla dolce vita romana. Mi piacerebbe moltissimo, quando avrai fatto il tuo compito, di poterlo leggere. Sono sicura che lo svolgerai stupendamente e sarà interessantissimo  per me il tuo punto di vista.

Auguri per il tuo impegno sulla coniugazione dei verbi in passato remoto. ;-)

Un saluto a tutte,
Lucia

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