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giovedì 25 aprile 2013

Claudia, Lucia

Claudia, che bello leggerti più frequentemente nel terrazzo...sempre con poche ma giuste osservazioni. Spero che presto potrai tu raccontarci di un bel viaggio, come annunziato...

Lucia, grazie del resoconto della Caravella, sai, io non avevo mai capito che si occupava anche della famiglia, io pensavo in verità che le nipotine andavano a stare con lei per visitarla, e che l’unica attività che la assorbe è la Caritas, e molto. Ma vedi cosa sia la mancanza di contatto diretto, non sapevo che poi partecipava a tutto anche con i figli, e allora la cosa si estende molto. Le persone malate in famiglia lo sapevo sì.

Parlando di malattie in famiglia, M.Rosa, se mi leggi, guarda che io sei anni fà, circa, mi è stato diagnosticato un cancro al polmone, difatti l’avevo, non era possibile accertare se benigno o meno per via della posizione; Fatto stà che, nel dubbio, ho deciso con Wladimir di operarmi subito, e credo, in meno di 10 giorni stavo facendolo. Ebbene, era un carcinoma quindi maligno, hanno ritirato un pezzo del polmone sinistro, e sono qui, non ho più avuto niente. Avendo ritirato il tumore e dintorni, non ho fatto neanche quemio o radio.

Certo ogni caso è un caso, ma volevo solo dirti che, anche se fosse il peggiore dei casi, si può essere ottimista. Auguri comunque.

Quanto alla Rita e lo Straffo, era immagginabile, Rita è un amore di persona e accoglie veramente come se conoscesse, uno si sente veramente a casa, in più sembra che Agerola è uguale a dove vive, quindi cosa ci poteva essere di meglio. Lo Straffo è un amore di persona, ma timidissimo sì, tanto timido che quasi invisibile come il gelato di Pompei...ahahaha

Ma a parte gli scherzi, se uno esclude questo è di una gentilezza squisita, quindi compensa, basta che non ci pensi troppo...e lui avanti te arretra o vice-versa, và tutto bene.

Sono veramente contenta, e la conferma mi fà solo più piacere acora.

Ovvio che in seguito, o prima, non ricordo ora, confondo Luisa con la Caravella per la sequenza del viaggio, la visita a Nonna Léa che è magnifica come sempre, la sua terrazza e la sua Vilma sono le persone più celebri di Roma. Io non ho avuto il piacere di conoscere Vilma, a non essere da foto, ma ho conosciuto una fantastica nio]pote della nonna che mi ha lasciato un grande segno, Credo che Nonna Léa ha lasciato una forte impronta nella sua famiglia.

Peccato che nessuna di voi abbia avuto l’opportunità di incontrarsi con Francesca, io per via della registrazione all’epoca, ho avuto questa fortuna. È stato una delizia anche questo incontro, abbiamo riso, Francesca é una persona molto cordiale, gentile, simpaticissima, e quel pomeriggio anche é stato indimenticabile.

Anzi, parlando di questo incontro, non sò se ho già raccontato che quel giorno Francesca mi diede apputamento in una magnifica piazzetta dove c’erano dei ristoranti tipici romani e dove dovevamo pranzare prima di recarci al Colosseo. Senonchè, Roma è n labirinto, io avevo ora fissata, ma siccome gironzolavo da tempo per le vie attorno al Vaticano, presso al posto dove dovrei essere arrivata, ed avendo incontrato dei brasiliani in un caffè, stavo in ritarrdo.

Con fretta, domandavo ai passanti, per piacere dov’è piazza tale, e niente, nessuno lo sapeva o pochi veramente mi ascoltavano, sembrava qui...ormai era ora, ho visto nel portone di un edificio un omone in divisa blu, tanto di elmo, ecc.ecc. impassibile, sembrava un palo. Disperata per l’ora mi avvicino e chiedo, per piacere lei può parlare. Al che mi risponde, si , parlare posso ma non chiaccherare. Al che gli dico, ma io non voglio chiaccherare con lei, voglio solo sapere la piazza tale dove sia (era girando l’angolo per fortuna), lui abbozza un sorriso e mi dice, a sinistra. Io dico: non rida che poi dicono che la colpa è mia che non stà serio. Mi giro sui tacchi e vado via

Ci ho messo molto, poi dovevo azzeccare i non turista, cosa difficile a Roma, senò avrei solo perso tempo, quindi solo il lavoro di esaminare facce, vestiti per distinguerli, già era un lavorone, senò era inutile, ne sapevano meno di me, ed i romani correvano tutti in gran fretta, il traffico ingarbugliato, impossibile pensare ad un taxi per affrettare, non si camminava, nè a piedi nè in macchina, strae strette, piene di automobili, clacson dappertutto, insomma, la Roma nei pressi del vaticano.

Cari saluti

Anna.

 

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