Io non trovo giusto, tanto per cominciare, che tu dica che sono buone le cose che cucina Vittoria senza averle mai provate! Quello che ha fatto vedere, per esempio, non mi ha convinto, compaie in oguna un uovo che sembra stia con la buccia...che razza di Pasqua é con uova intere? e poi, solo nella punta? Quindi un uovo a treccia. Poi tu sai se é dolce o salato?
Pure Lucia, simplista, il dolce di Titty é un flan...ma cosa vuoi dire? Sará un flan, fatto stà che non é facile da farsi nonostante sembri, pochi lo fanno buono, a volte lo fanno stopposo. Il buono è molle e si squaglia....come i "fios de ovo"(fili di uovo), un dolce difficile da farsi, esigee due dozzine di uova per un pugno di dolce, e parlo sul serio, una mia amica me l'ha fatto un anno per il compleanno, e poveretta ha sudato, si deve filare uovo per uovo....non c'è più da alcuni anni, e non sò se per questo lavoro...ma mai più ho assaporato un fio de ovos così, sono stata malissimo per due giorni perchè non ho resistito, non me ne sono accorta, era poco ma era pesante, poi solo per me perchè l'ho nascosto da Wladimir...gli poteva far male...
Insomma, io chiederei più criterio nei giudizi, sia a favore sia contro, non si può giudicare così alla leggera un lavorone ed un lavorino. A me sembra che il semplice "flan" sia più laborioso che quella pasta con un uovo nella punta. Bè, ormai l'ho detto! Io non le sò fare ma le sò provare.....
Lucia mi dispiace di tuo nipote, se fossi io muorirei, l'acqua mi dà allo stomaco, figurati che eprsino quel goccio la mattina per prendere la medicina della tireoide mi dá ansia, che ci posso fare...meno male che bevo molto latte che ha quqsi solo acqua e mi sforzo d'estate per berne di più, ma proprio ho idiosincrasia per questo liquido.Con il limone migliora.
Riferimento all'argomento patria e famiglia, anni fà ebbi un colpo quando seppi che la più piccola delle figlie di mio nipote, cioè all'epoca, ora c'é la quarta più piccola, non sapeva dell'esitenza di un mio fratello, solo dell'altro, loro nonno, ed anche così credo perchè hanno i suoi quadri sulle pareti.
Le più grandi sì, ma la piccola non ne conosceva l'esistenza.Ed é sorto per caso perchè una delle figlie studia la tastiera, allora è sorto l'argomento, cadeva dalle nuvole...allora ho pensato, si vive molto ma si sopravvive poco, manco due generazioni. E dire che io ho ancora una foto della mia nonna paterna...quella materna non amava foto, non ne ho nessuna.
Poi, in verità i romantismi familiari poi non é che sono sempre veri. Non sò se ho raccontato un episodio che mi ha scioccato quando avevo circa 20 anni e tornai in italia dopo anni di assenza, precisamente fin dai 6/7 anni.
Fu il mio primo viaggio, e dopo Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Spagna, più o meno in quest'ordine, finalmente arrivai a Bolzano dove stava da anni mio fratello pianista. Fu una meraviglia, una città di sogno, un fratello primoroso, mi ha ceduto la sua stanza col pianoforte, la più grande della casa di mia zia, ero una regina. Passeggiavo epr la città e da ogni finestra usciva un suono di pianofote, una città da nons altare, tutto scritto in italiano/tedesco, ma una bellezza infinita, motagne nevate.
Ebbene, ero commossa di tutto, lì mangiai dei piccoli fichi verdi che erano miele. Trovavo strana che la zia, veramente zia nonna, metteva la sera il burro sulla finestra...la mattina era ghiacciata...
Ma, un giorno cominciai il mio ritono nella parte natia, dove i pochi ricordi erano vivi. Mio fratello mi mette nel treno e mi dice che lì il telefono funzionava bene(qui era un inferno chiamare), e che sarei arrivata dai nonni a Salerno alle 8 di sera e mi avrebbe telefonato per assicurarsi che tutto bene.
Arrivo dai nonni ricevuta e corrispondendo un indicibile emozione, anche eprchè mia nonna era una donna molto dolce ed io ero la preferita sua, dicevano, fin quando non mi ha sostituito con un cugino per la lontananza...Ebbene, mio nonno, Generale, mi fece trovare una guandiera con una ventina di dolcetti che sostitutiva tutti i pochi giorni che stavo lì a misura che li mangiavo, una cosa da matti.
Ma proseguo il racconto, arrivo puntualmente e cominciano le conversazioni, alle 8 precise suona il telefono che stava esattamente sotto il mio naso, vicino la mia poltrona. Sapendo che era l'ora pattuata rispondo. Difatti era luui, due parole tanti baci ai nonni e slego.
Mio nonno si alza e mi dice, Anna, non ti premettere mai piú di rispondere al telefonoa casa di altri, aveva ragione, me l'hanno sempre detto, ma io ingenuamente pensavo che con nonni, la fantasia dei nonni era diverso, e poi sapevo che era Pietro. Bé, passai due giorni da incubo e mia nonna ha pianto, io ho pianto e due giorni dopo dissi a mia nonna che non mi sentivo a mio agio, che non sapevo se potevo uscire o no, a che ora, se dovevo salutare o no, a che ora, insomma, decisi che sarei andata a casa della famiglia di papà a Nocera, con grande dolore suo.
Per fortuna Salerno era vicino e potevo visitarli sovente, ma starci, mai più.Quindi, non tutti i nonni sono nonni delle favole, e non mi vedeva da tanti anni...io poi con la mia timidezza di non dare fastidio, mi sono bloccata totalmente. A Nocera avevo anche i cugini, tutti, era più soave.
Insomma, non sò sde é una questione di epoca, ma nonni come Lucia, Marta, Adriana, Caravella e MRV, non necessariamente in quest'ordine e spero di non aver dimenticato nessuno, alla mia epoca non ne avevo trovati, almeno io.
E già che ci siamo, una cosa divertente. Piccolissime, passavamo le vacanze a Salerno, dico d'estate, noi vivevamo a Roma. Ebbene, la sera c'era il amgnifico lungomare di Salerno con le giostre montate, con le loro belle luci, la ruota gigante, i cavallini, tutto quello che fino ad oggi mi fascina.
Figuratevi che a Guarujá con santa pazienza Wladimir mi accompagnava nel parco ed aspettava che io facessi tutti i giochi, il tiro a segno persino, i cavallini, e le mie preferite, le automobili che si scontrano, eppure guidavo giá da tempo, ma mi piacciono lo stesso sempre.Nel tiro a segno vincevo sempre bambolotti che regalavo ai bambini di strada che ci sono in quantità.
Qui oggi non si finisce. Ebbene, mia nonna non mi faceva fare niente, diceva che era pericoloso, ed io vedevo i miei fratelli sfrenarsi nei giochi, avevamo si e no poco più di 5/6 anni. Ed io con mia nonna che mi reggeva per mano. E mi ricordo che io pensavo struggentemente che, se era pericoloso i miei fratelli potevano muorire in uno di quei giochi, ma non dicevo niente, però era un supplizio per me, non capivo perchè loro potevno correre tanti rischi ed io no e mi affliggeva....
Questi sono i grandi a volte...il mondo non é fatto per i piccoli...
Mò basta che vi ho scocciato abbastanza, e poi credo che tutte voi avete esperienze simili, alla fine fà parte della vita tutto questo, il mondo è variato.
Bacioni e scusate, é ventuo lungo, ma se uno comincia...come le noccioline, non finisce. La mia infanzia in Italia, sono pochissimi i ricordi, ma sono tanto intensi perchè credo interrotti.
Anna
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