Cara Marta, oggi, secondo il doodle di Google, è il giorno Mondiale del Maestro, perciò un saluto speciale a te, Maestra Speciale! Anche a Claudia, un saluto, perchè anche tu sei maestra (di arte drammatica, vero?).
Grazie a te e ad Anna che volentieri vi agganciate all'argomento sui "migranti" che ogni tanto mi azzardo a toccare.
So che il primo slancio dell'essere umano è aiutare un altro essere umano e in questo non sono diversa dagli altri, ma trovo sempre qualche obiezione sul COME avviene questa "migrazione".
Ripeto che le condizioni storiche e ambientali sono molto cambiate con riguardo agli emigranti del secolo scorso e quindi non si puo' fare un paragone sia perchè le terre che li accoglievano erano estensioni enormi e desolate e che avevano bisogno di loro per crescere e per diventare i paesi che sono oggi, sia perchè nella stragrande maggioranza dei casi erano tutti emigranti legali. Nessuno di loro affrontava la morte per emigrare. I clandestini erano molto pochi comparativamente alle masse che si spostavano da tutta l'Europa verso i nuovi continenti. Tutti loro hanno trovato condizioni di vita durissime, ma con il loro lavoro sono cresciuti insieme ai paesi che li avevano ricevuti, non accolti, bensì erano stati richiesti dai rispettivi governi con una politica ben precisa.
Oggi, le condizioni sono di una gravità sconvolgente. I migranti nel percorso sfidano e spesso trovano la morte. E' giusto tutto questo? Non basta dire: Vergogna! come ha fatto il Papa, perchè non so a chi si rivolgeva, non so chi deve vergognarsi, non so di chi è la responsabilità, ma una soluzione devono trovarla tutti i paesi della UE insieme.
Non si puo' rimanere a guardare come i trasportatori-traghettatori, li mettono su una imbarcazione facendo pagare il viaggio profumatamente, e poi, quando sono vicini alla riva, li mettono in una barca di legno e loro se ne scappano per non essere arrestati, essendo che stanno svolgendo un'attività illegale. In quei pochi metri che mancano dalla riva, muore molta gente...
In quanto al caso puntuale che ho segnalato, del giovanotto che ha lavorato due anni in Libia per risparmiare 1.500 dollari e pagarsi "il biglietto"... continuo a pensare che molti di loro credono nel paese della cuccagna e perciò vogliono andare oltre, anche a rischio di morire in mare...
E in quanto ai tedeschi che sono venuti in Argentina, cara Marta, penso che ti riferisci a quelli venuti dopo la seconda guerra mondiale, ma quello è un capitolo unico nella storia e nel quale ci sono componenti altrettanto uniche.
Lucia
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