Ieri anche, che tempaccio, cielo nuvolo, freddino, insomma, Lucia, goditi il bel caldo, certo a me piace il freddo ed odio il caldo eccessivo, però non con giornate così oscure. Freddo e sole...vorrei.
Marta, grazie anche a te dei bei fiori ed auguri, ringrazio tutte del pensiero.
In un mio precedente post ho fatto una domanda, nessuno mi ha risposto, ciò vuol dire che nessuno l'ha letto, ahahahaha, ciò mi dà la libertà di, oggi, giornata ferma, raccontare il tale fatto che volevo raccontare, tanto vedo che se scoccio non leggete, e quindi, libert´´a...ahahahahahahah. In fondo non ho paura di essere troppo scocciante...
Dunque, anni fà, arriviamo a Venezia, io c'ero già stata, da sola, e Wladimir anche, da solo, una volta in viaggio di lavoro, insieme mai.
Piazza San Marco gremita di gente, allora abbiamo deciso di infilarci fra le viuzze ed i canali a piedi, sperando in un poco di fiato per cominciare le maratone culturali. Tornando mi sono ricordata che volevo far vedere a Wladimir Murano, non lo conosceva ed io ne ero incantata, poi è unica se non rara.
Ci avviavamo verso il traghetto che ci avrebbe portato all'isola quando sentimmo un dottò, dottò...il tono napoletano mi fece girare, ed era proprio con noi. Dunque succede che il mio consorte con gli occhiali e la pancia era sempre chiamato di dottore, nonostante non avendo finito l'università di legge per dedicarsi al giornalismo, non lo meritasse, ma l'aria ce l'aveva.Anzi abbondava.
Questo signore aveva attraccato un motoscafo molto lussuoso, banchi di cuoio bianco, tende, divisa da comandante con cappello adequato, insomma, molto scic. Ci offri di portarci a Murano.
Ci guardammo e visto il lussso certamente sarebbe stato carissimo per le nostre tasche. Allora io che dominavo meglio l'italiano rifiutai e dissi di no, lui tanto insistette, era grátis, non si pagava un centesimo, ed includeva un giro per i ponti, incluso dei sospiri...
Ebbi l'idea giusta di dirgli che non avevamo intenzione di comprare niente, solo guardare la produzione delle opere di vetro.
Per farla breve, dottò qua e dottò lá, alla fine era tanto insistente che dava persino fastidio, Wladiir entusiasmato con l'idea del giro più che Murano, alla fine cedette, lo avvisai, guarda che é una trappola, e vá bene, disse lui, ormai hai avvisato tutto.
Entriamo in questo yatch lussuoso, ci fece fare un giro fantastico per tutta Venezia, e alla fine, ebbimo la fortuna di assistere ad un lussuoso funerale con tante gondole adobbate a nero ed oro, non sapevo che il cimitero stava lì stesso, in mezzo alla laguna, scendevano persone elegantissime con cappellini e tutto, insomma, un insolito sebbene triste spettacolo, ma interessante.
Alla fine arrivammo a Murano, ci lasciò in mano ad un elegante signore che ci portò all'interno della fabbrica.
Naturalmente assistemmo alla produzione di vari oggetti meravigliosi, Wladimir era radiante, io preoccupata francamente.
Finito il tutto la nostra guida particolare ci portò in un salone pieno di vetrine con gli oggetti fabbricati e ci chiuse in quelle sale con il suggerimento di scegliere gli oggetti da comprare. Lo sapevo...
Abbiamo subito pensato di comprare un oggetto piccolo, un potacenere, un uccellino, qualcosa del genere, ma niente, erano tutti oggetti enormi e...carissimi, niente di accessibile. Chi ci é stato sà di cosa parlo, gli oggetti più semplici sono venduti nelle bancarelle all'esterno, non dentro.
Allora spiegammo che abitavamo in Brasile e che tali oggetti non potevamo certo portarli, ci rsipose che erano attrezzatissimi per inviarli in qualsiasi parte del mondo e che non era un problema...
In questo momento mi colse il panico, questo signore non ci lasciava un momento, era evidente che la spesa dello yatch la dovevamo pagare, tanto quanto era evidente che non potevamo farlo.
Eravamo letteralmente in gabbia, non vedevamo uscita, solo vetrine e più vetrine e prezzi da svenire, per noi, ovvio.
Ci guardavamo disperati, non c'era come svincolarci, non servivano le nostre osservazioni...che l'avevamo detto che non compravamo niente, che il signore del yatch aveva insistito, insomma...
Poi, subitamente, Wladimir vide una porta aperta, dava su un piazzale piccolo, mi prese per mano ed incominciammo la fuga, siamo corsi come i matti, inseguiti, senza girarsi, e sudati arrivammo, non sò come, al porto del traghetto pubblico che stava per partire. Salimmo rapidamente lasciandoci dietro Murano e la nostra paura. E con poche lire stavamo a salvo. Mai senti una liberazione, una sensazione di sollievo così grande, cioè, altre volte sì, ma questa volta di più.
Non ce lo siamo mai più dimenticati e molte volte ridevamo pensando a cosa avevamo scampato, la sensazione era la stessa di essere perseguiti da polizia, ci sentivamo colpiti in fallo nonostante tutto.
E così neanche un piccolo ricordo di Murano delle bancherelle ho potuto prendere. E poi, scansare tutto il tempo gli yatch che comparivano ogni tanto sotto i nostri occhi.
È stata una vera avventura e colpa del mio dottò...ma con lui tante e tante ne abbiamo passate che poi in fondo un poco ero abituata, avventure con lui erano di casa.
Ecco la nostra avventura a Murano, se un giorno ci tornerò, se...andrò a murano in traghetto, ormai la bellissima passeggiata per tutti i ponti, al suono di musica, l'ho già fatta, ed é stata bella.
Ecco, intanto io ho passato un poco di questa uggiosa domenica scrivendo, e siccome leggere non é obbligatorio, sono serena.
bacioni
Anna
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