Carissima Silvia,
strano mi pare che tu faccia finta di non conoscermi; capisco che in un blog di donne, scorretto sarebbe da parte mia raccontare la nostra breve ma intensa relazione d'amore dove passione e romanticismo s'intrecciano.
E pensare che io Livia lasciai per correre da te, colpito mortalmente sin dal primo momento che ti vidi non solo dal tuo fascino ma dal tuo carisma, dalla tua cultura e dalla tua creatività. Certo L i v i a non era S i l v i a, tu qualcosa in più hai, e precisamente una "s" in più.
Tu i miei svaghi conosci bene, perché sono gli stessi che hai tu; rimembri Silvia quando quella sera, iabbiamo letto, a letto, tante poesie, partendo dai poeti brasiliani, argentini, nicaraguensi, cileni fino ad arrivare a quelli italiani, francesi, inglesi, tedeschi, spagnoli e ungheresi? Ricordi che ad un certo punto mi chiedesti: "russi?" e io ti risposi no, preferisco i poeti ucraini? Rimembri il piacere, dopo il piacere, di nuotare insieme in un mare nero baciato dalla luna? E poi quando mi dicesti: "Guarda che luna" io ti risposi: no, guarda che sono le due? Rimembri le nostre passeggiate sulla spiaggia sotto la pioggia in cui tu sfoggiavi tutta la tua ggggioia mentre io guardavo l'orologggio perché non vedevo l'ora di arrivare al ristorante di Calogggero?
I miei difetti ? Certo, questi non li hai mai visti perché non c'é stata occasione ma l'ora e´arrivata di confessarteli, due sono:
Primo: quando m'incazzo mando affan…..tutti quanti, è inutile che mi rompano i ……..con la solita storia che io il turpiloquio uso ; lo sai, amata Silvia che quando sono con te le mie parole miele e zibibbo sono.
Secondo: non capisco un accidente di tecnologia, forse per questo posso essere considerato il gemello della tua gemella Anna.
Ti ho amata, ti amo e ti amerò, caro amore amaro.
Ti bacio le mani, i piedi e le guancette morbide.
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