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sabato 5 ottobre 2013

Cara Lucia

Solo voglio fare una piccola osservazione sul tuo post, purtroppo io li leggo, ahahahahhahaha.

Dunque, se il ragazzo ci ha messo due anni per racimolare i 1.500 dollari per pagare il trasportatore, dividi questo per 24 mesi, corrisponde a circa 63 dollari al mese. Considerando che non doveva abitare certo in una reggia per poter risparmiare questi soldi, mi diresti che vive bene in quel paese? Senza dire che è dovuto uscire dalla sua casa per poter racimolarli. Almeno da ciò che ho capito.

In secondo luogo, non è l'italia che li invita a venire, sono loro che vengono ammucchiati in condizioni insane, e quando sono arrivati che si fà, si gettano a mare? Certo certi l'hanno fatto anche, ma è umano?

Cosa si dovrebbe fare? Andare lì e bloccare queste navi? Impedirli di imbarcare? E come si farebbe. Sono in tanti...pensa a tanti emigrati italiani nel mondo, pensa a che sacrifici alcuni si sono sottomessi sia per fuggire ad una situazione di miseria in Patria, sia nei paesi dove sono stati accolti. Sono state rose e fiori?
Certo questi paesi nuovi avevano posto, ma la speculazione sugli emigrati era una tragedia, li mandavano in fazende senza condizioni minime di comodità, a fare i lavori più umili. Ebbene, molti ci sono riusciti ad arriicchirsi anche, ma sai molto bene che sono in pochi e con molto sacrificio, infinito sacrificio e vantaggi solo per le generazioni future. 

Dunque, che soluzione ci sarebbe? Arrivano nelle nostre rive, li rimandi indietro, li butti a mare, vai a fare la vigilanza nel loro paese di origine?
Per me l'unica ingiustizia è che sia solo l'italia ad accoglierli, semplicemente perchè è più prossima. La comunità Europea dovrebbe dividerne l'onere, questo sì, un poco ognuno, ma lasciare questi poveri infelici al loro destino? Senza i soldi di aiuto come fanno le autorità ad incamminarli in altri posti? Loro arrivano senza un centesimo, senza un lavoro, senza niente.
Se la germania li rimanda indietro, bella farabutta è lei, non noi che gli diamo accoglienza.

Bè, il pensiero é libero, ed io capisco la tua rivolta pensando ai nostri connazzionali, ma io penso al mondo globalizzato, alla questione umanitaria, mi addolora pensarli così sofferti, e non voglio tirargli la speranza, ultima che muore, sebbene, molti di loro muoiono molto prima della speranza.

Bè, è come la penso io, ciò non vuol dire che stia nel giusto, alla fine non vivo lì.

Anna

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