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domenica 25 settembre 2011

* Il desiderio di esistere *

Dicono che la meta' del mondo e' spettatore dell'altra meta'.

E' evidente che solo esistiamo in rapporto con gli altri e se gli esseri umani non comunicassero l' uno con l'altro, l'esistenza sarebbe nulla.

E' impensabile un essere umano chiuso in se' stesso vivendo una vita solitaria e ignorando il suo prossimo, senza interagire, senza condividere esperienze, senza arricchirsi con il vissuto del suo vicino e viceversa.

Per fortuna fin dagli inizi piu' remoti l'uomo ha sempre cercato di vivere in gruppo e di condividere la propria sorte,  il proprio destino, le proprie scoperte e cosi' e' cresciuto non solo nella statura fisica, ma anche in quella intellettuale. Ha capito da sempre che il suo prossimo aveva la sua stessa immagine, le sue stesse necessita', i suoi stessi desideri. Ha capito che l'esistenza condivisa era molto appagante e creava dei legami chiamati sentimenti, a volte belli, a volte cattivi.

Ha anche capito che doveva governare i sentimenti cattivi e arginarli. Meglio ancora, annullarli! Cosi' sono nate le religioni, le filosofie, le morali che hanno guidato i popoli nella speranza di unirsi in una fratellanza che non e' mai risultata totale, visto che attraverso i secoli l'uomo ha realizzato alleanze , ma anche tante guerre, anche se vorremmo credere che prevale il desiderio di pace e di armonia.

L'uomo ha sempre cercato di comunicare con il suo prossimo e dopo migliaia di anni e' arrivato a creare forme di comunicazione mirabolanti attraverso una tecnologia ancora piu strabiliante. Fortunati noi, che viviamo nel terzo millennio post-cristiano, che possiamo usufruire di questa tecnologia.

Sto facendo queste considerazioni perche' sto pensando che attraverso un computer, siamo riusciti a stare insieme (idealmente, o virtualmente) nello stesso momento con le persone che conosciamo, ma che stanno fisicamente lontane. Da una parte c'e' un computer e a migliaia di kilometri ce n'e' un'altro. A volte possono trovarsi anche molto vicini, ma il modo di consegnare i propri pensieri e le immagini che si vogliono condividere, e' veramente facile e comodissimo. Ambedue sono collegati e creano l'illusione di essere a fianco uno dell'altro e comunicatissimi.

SAPPIAMO che in quel momento qualcuno e' collegato con noi. Poi attraverso una web-cam ci si puo' anche vedere e quindi la comunicazione diventa quasi reale.

Ma se questo non bastasse e' arrivato facebook che e' una forma di comunicazione sofisticatissima che permette l'illusione di avere il nostro interlocutore SEMPRE al nostro fianco e cosi' esprimiamo il pensiero di quel momento e condividiamo le immagini di alcune nostre circostanze che avremmo voluto vivere insieme, forse...
Quindi pubblichiamo le nostre fotografie (ottenute con una facilita' mai immaginata prima) e moltissimi nostri amici possono seguire il nostro vissuto, il nostro percorso giornaliero, le nostre gite, le nostre vacanze, i nostri viaggi, insomma tutti i nostri movimenti. Ecco, siamo in rapporto con loro, siamo comunicati e il nostro desiderio di esistere risulta pienamente realizzato.


Ma mi chiedo: piu' amici facebookiani abbiamo, piu' esistiamo??? Da quando esiste il computer nella nostra vita, esistiamo di piu'? Abbiamo un pubblico piu' numeroso che e' spettatore della nostra vita e quanti piu' ci vedono, piu' esistiamo?


E il nostro blog, non ci permette di esistere di piu' condividendo quello che ci succede giorno dopo giorno? Queste forme di comunicazione ci permettono di esistere... piu intensamente?

Il nostro desiderio di esistere rimane allora appagato?

Sono troppe le domande... chissa quale sara' il vostro pensiero.

Da un po' sono insonne... che noia!  La vicinanza della partenza da Chicago mi toglie il sonno...
Ho visto accanto al mio letto il mio portatile e ho pensato di scrivere qualcosa. Ecco il risultato... Scusatemi, ma volevo... esistere per qualcuno in questa solitudine notturna... bah, e' ormai l'alba! :-)


Lucia

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