UN POSTO DOVE INCONTRARCI IN ARMONIA E PER SCAMBIARCI LA NOSTRA AMICIZIA.
* Il terrazzo sul mare è un luogo immaginario dove un gruppo di amiche, virtuali e non, ma di origine italiana, sparse in tre continenti diversi, si incontrano per scambiarsi le proprie piccole vicende quotidiane, i propri pensieri e il loro affetto.
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domenica 3 giugno 2012
* giorno degli emigranti in Argentina *
Emozionante pagina scritta da Adriana riflettendo sicuramente i ricordi e i sentimenti che suo padre le avrà trasmesso attraverso il racconto delle avventurose giornate trascorso a bordo della nave che lo portava in Argentina. E non solo. Sicuramente Adriana è stata la depositaria di ogni ricordo che si evocava nelle conversazioni di famiglia. Lei è cresciuta come tutti i figli di emigranti, assorbendo storie di vita che non avevano vissuto personalmente, se non in piccola proporzione.
E questo è il bagaglio che ognuno si porta dietro: la storia di vita vissuta dai familiari, mentre quella dei figli, cioè la propria, cominciava proprio qui, all'arrivo...
Sono storie uguali e diverse per ogni emigrante.
Vittoria cara, mi hai fatto ridere con il commento che hai fatto sulla gelosia. Certo che non sei gelosa, ci mancherebbe! Hai due nipotini che sono due tesori.
Amparo, bentornata sul nostro terrazzo. E complimenti per la bella allegoria che hai fatto dell'emigrante italiano. Certamente che quegli emigranti che hanno attraversato l'Oceano non lo hanno fatto con una valigia di cartone, ma con veri bauli rinforzati da fasce di metallo, mentre la valigia di cartone è stata usata da quei poveri emigranti del sud che si trasferivano al nord Italia o in Germania. Una valigia tanto scadente da dover essere mantenuta chiusa da una cordicella che la legava... Questo è il simbolo di questo tipo di emigrante.
Invece la valigia che ha "allestito" Amparo facendo una composizione molto gradevole, sta a significare che gli emigranti, ovunque andassero, portavano nella valigia o nel baule, i sogni (rappresentati dai fiorellini bianchi), e portavano l'essenza delle cose più semplici e familiari come il piatto di pastasciutta con il pomodoro e il basilico e , se vogliamo, quei fiorellini piantati nei vasetti che spuntano dalla valigia fanno pensare anche al rapporto con la terra, al lavoro della terra, da cui spuntano i fiori e i sogni...
Ovviamente ci sono stati anche altri tipi di emigranti, quelli che si spostavano con una trasferta di lavoro, ma quelli erano in minoranza. E oggi, poi, emigrano solo quelli chiamati cervelli in fuga... cioè gente molto preparata e che non deve ripetere storie del secolo passato.
Anna, non l'ho detto prima, ma ti ringrazio per aver messo il tuo bel colore giallino a sottolineare i tuoi post.
In quanto al tuo commento sul fatto di pulire gli occhiali con la mia maglietta (di cotone), hai ragione. E' sempre meglio un fazzolettino di carta, che non mancano mai nella mia borsa, ma quando si è in emergenza, al momento va bene anche l'orlo della maglietta. Ma la cosa che mi meraviglia è che una bambina che all'epoca aveva un anno e mezzo, abbia osservato quel mio gesto e che tuttora lo ripete ogni volta che gioca con un paio di occhiali.
Gaetana, complimenti per l'invito che hai ricevuto. Ma ti chiedo: ci andrai a Settimo in Passerella? Sarebbe molto bello. Dài, cosa ci vuole? Prendi un aereo e vai!!!!!!!! :-)
Va bene, vi saluto. Buona serata a tutte (buona giornata a Gaetana).
Lucia
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