Carissimi:stasera leggendo gli scritti mi sono ritrovata con un interessante scambio di e-mail tra Paolo e Titty.Mi riferisco a una cosa molto discussa da Pronto Francesca,a cui Paolo non ha partecipato,quel blog di cui ti abbiamo parlato.Dunque,prima cosa ,molti di noi, emigrati(nel senso stretto dalla parola,cioé usciti da un Paese per andare in un altro) e pertanto diventati "imigrati" nei paesi ospiti,lo siamo ,prendendo ripeto la parola nel suo senso generale.Quello che varia molto sono le ragioni per cui.....La famosa e tanto parlata "valigia di cartone" dove nostri connazzionali andavano a "fare l America" é un fenomeno di fine del 1900 in realtá....quando in Italia molti facevano la fame,specialmente nel dopo guerra.Piu recentemente le emigrazioni(parlando dell Italia) sono con mille altre ragionie e alcune si,per dare un futuro migliore ai figli sia per studio,opportunitá,esperienze ecc.Per questo tante volte mi sono ribellata nel PF,quando sentivo usare il termine "emigrato" con un certo senso di menomazione(scusate l esagerazione,ma é per non metterci troppo.Emigrare sia per la ragione che sia non é mai stato una cosa brutta,perche le cause erano valide .Ora io capisco ció che dice Paolo,nel senso,e questo si commenta molto,c é un idea per gl italiani che in Italia sono rimasti...del tipo"Non si abbandonerebbe mai l Italia,come Italia e peggio ancora la Patria,se non é necessario." e la necessitá é generalmente attribuita alla sopravvivenza(poi Paolo mi dici se é cosi,tu che vivi lí)Oggi addirittura alla RAi senti parlare di fuga di cervelli perche il governo non investe in ricerche,ecco,una cosa odierna.Poi c é quella persona con spirito di avventura,che ama vivere in posti diversi ecc.Io ho tanti amici di tutti questi casi,scappando dalla fame litteralmente,venuti per lavorare in ditte italiane(PIrelli,Fiat) pure in posti molto buoni,che si sono appassionati del Brasile e qui hanno messo su famiglia,oggi con nipoti e ci vivono benissimo.Io so il caso della mia famiglia,papá ,mamma e 4 figli,che avendo papá in Italia un amico il cui cognato aveva delle fazendas agro-industriali qui nello stato di São Paulo,gli chiese un giorno se non avrebbe voluto tentare(essendo agronomo specializzato in frutticultura tropicale,per passione proprio,)ne parlarono,venne un anno e poi venimmo noi tutti,papá adorava il BRasile(mia madre un pó meno,ma amava papá e questo l ha fatto dare questo passo) e certo ci dicevano sempre....é un Paese nuovo,con tante possibilitá per voi quattro,poi ovvio che é toccato a noi saper o meno aprofittarne.,ma siamo fe3lici in questo paese,pur amando l Italia.Per una persona mai emigrata é molto difficile capire una cosa simile.,specialmente se parliamo non degli States ma di un paese tropicale,e sud America,importante é essere felici.L emigrazione porta pure tante sofferenze,ci siamo allontanati da nonni,zii ,cugini,e questa é la parte brutta.Tra di noi cugini non é che in BRasile abbiamo fatto piu di loro(30 cugini ,solo da parte di papá che aveva 8 fratelli)sono tutti professionisti che vivono una vita normale come noi.Qualcheduno ha pure tanti soldi(non noi) che gli permette bei viaggi(incluso qui da noi)ma quello che importa non é tanto questo di pende pure molto da in cosa trovi la tua felicitá personale,in un bel libbro(in qualunque paese)un bel film...in qualunque paese,una bella famiglia piena di affetto(dovunque sei|).Insomma ,ció che io voglio dire,e l ho fatto tanto lunga...scusatemi,é che "emigrato" non é una etichetta in testa a ognuno di noi....é stato un momento,anzi un movimento moentaneo(dipende da quanto é durato il viaggio) il resto siamo noi che lo facciamo ovunque siamo....Oggi mi ammazzate Dio...aiutami.Bacione a tutti,Silvia......é che me lo sentivo di passarvi tutto questo che pensavo.....meno male che scompaio parecchio ha?BEG YOUR PARDON davvero | |||
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UN POSTO DOVE INCONTRARCI IN ARMONIA E PER SCAMBIARCI LA NOSTRA AMICIZIA.
* Il terrazzo sul mare è un luogo immaginario dove un gruppo di amiche, virtuali e non, ma di origine italiana, sparse in tre continenti diversi, si incontrano per scambiarsi le proprie piccole vicende quotidiane, i propri pensieri e il loro affetto.
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mercoledì 1 luglio 2009
emigrazione
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