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domenica 11 dicembre 2011

A me anche

emozionano le parole scritte da Lucia, anche perchè trovo fantastico che si possa conservare uno spirito natalino attraverso gli anni ed emozionarsi con le letterine di un tempo.
anche io ricordo le letterine con disegnini  sacri e mille promesse, che, veramente, non sapevo benissimo cosa volevano dire, sapevo solamente che ci aprivano le porte per il Natale. Ma poi qui in Brasile non mi ricordo affatto della continuazione di quest'abitudine alle elementari, non credo di averle più fatte. Anche perchè già non era un colleggio di suore come a Roma ma una scuola pubblica in fazenda.Comunque sicuro che nessuna `e rimasta, ma forse nel traslocco, siccome sono venuti anche mobili, le cose superflue non sono potute essere aggregate. si deve selezionare, senò diventava un traslocco troppo matto. Non sò.
 
Comunque devo purtroppo dire che a me personalmente queste feste hanno sempre dato, da sempre, una malinconia tremenda, le evito quando posso. Quando i nipoti erano piccoli mi chiamavano e allora andavo, ma poi appena grandi, non più. Quello che mi piaceva era la messa di mezzanotte che oggi non fanno più, dovuto al pericolo che è rientrare dopo mezzanotte a São Paulo.
Ma comunque preferisco restare a casa come una giornata normale, così non me ne accorgo neanche. Uno dei miei nipoti lo fà e mi ha invitato una volta, poi ho amici che già los anno e solo ogni anno rieptono che sò che se voglio posso andare, ma non vado mai.
Siccome Wladimir anche, appena le figlie grandi preferiva passarlo con me come giornata normale, allora decisamente l'unica cosa che facevamo era il pranzo nella vespera in un ristorante, impossibile il giorno di Natale, una pazzia....
 
Ma non è senza ragione, a parte che sono d'accordo con Maria Rosa Vallone che bisogna essere il migliore possibile tutto l'anno, ci sono due motivi che sò che mi hanno bloccato il natale. Il primo era quando piccola, ho letto un libro del quale non ricordo il nome, ma credo era di uno scrittore famoso. Molto bello, illustrato, proprio per bambini, e lo ero, stavo ancora in Italia.
Raccontava di un bambino povero e freddoloso in un  Natale che, nella neve, scalzo, osservava incantato le vetrine dei negozi, senza poter entrare e comprare i bei giocattoli. Poi, passò da una finestra di una casa di ricchi e vide il caminetto acceso. l'albero illuminato, l'aria festosa, il calduccio che emanava da quella visione meravigliosa...i bambini ben vestiti e caldi aprendo i regali.
Qualcuno sà ddirmi il nome di questo racconto? Non l'ho mai più ripescato.
E poi, man mano nella vita, ho capito che ci sono tanti che il Natale non possono goderlo per i motivi più variati, in quest'epoca si ricevono mille telefonate vere o false per asili, per malati, per tutto, gente per la strada che chiede l'elemosina, bambini buttati in strada, insomma, non c'è ambiente in questa grande città.
Certo gli shopping con gli adobbi sono belli, allegri, me li godo anche, ma è solo questo.
Comunque non tutto è male, il giorno più bello dell'anno è il primo, perchè deve passare un anno intero per ricominciare tutto di nuovo...
In compenso questo mio passare le feste non interferiscono in quelle di nessuno, e dio stò veramente bene nella normalità.
 
bacioni
Anna
 
 
 

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