Finalmente inizia la settimana lavorativa. Quattro giorni di festa, che molti hanno approfittato per fare una piccola vacanza. Ma, cosi come ad Anna non piace il Natale, a me non piacciono le festività lunghe, però vi assicuro che se prendessi anche io una piccola vacanza durante i famosi ponti turistici, mi piacerebbero molto e non vorrei che passassero i giorni, ma quando si rimane a casa, ho voglia di "normalità"... :-)
Grazie cara Gaetana del tuo commento. Ognuna di noi ha le proprie ragioni per amare, oppure no, determinate cose.
Mi hai fatto ridere quando chiedi se vediamo il tuo herpes sul labbro!!! Nella foto che hai mandato ti si vede perfetta! Forse ingrandendola molto potremmo notarlo, però sei sempre bella e simpatica, con la tua amica, anche lei con un bel sorriso, cosa che è stata gradita dal vostro Babbo Natale, che felice, vi ospita sulle sue ginocchia! :-)))
Grazie MRC, sei molto sensibile e mi fa piacere di essere in sintonia con te e con i tuoi sentimenti.
Ora mi rivolgo ad Anna, che parla di un storia natalizia che ha letto da piccola e che l'ha impressionata per sempre nella sua sensibilità di bambina.
Sono sicura che tu, Anna, ti riferisci a qualche racconto di Charles Dickens, grande scrittore inglese, del periodo vittoriano. I suoi racconti, quando eravamo piccole (ma anche leggendoli oggi, oppure vedendo qualche film tratto dai suoi libri) ci facevano emozionare fino alle lacrime.
Erano sempre storie tristissime, ma spesso avevano anche un lieto fine. Si trattava per lo più di storie di bambini poveri, con famiglie con qualche difficolta' come, per esempio, una mamma malata, o un bambino orfano, maltrattato dal patrigno, o bambini che dovevano lavorare in tenerissima eta' per aiutare i fratellini e il padrone era molto cattivo e insensibile, oppure qualche orfano rinchiuso in un orfanotrofio avendo contro di lui, non solo il direttore, ma anche qualche compagno malevolo che gli faceva tanti dispetti...
Queste storie ci dipingevano un mondo tremendo, senza pietà per questi bambini, e io ne soffrivo moltissimo e piangevo (anche di nascosto, perche' mi vergognavo). Erano più o meno come le storie del libro Cuore, di Edmondo De Amicis, ma forse ancora piu' terribili.
Queste storie dipingevano la società del 1800, ma non che oggi non ci siano bimbi che soffrono, però le situazioni sono diverse.
Purtroppo in questo nostro mondo, non c'è ancora giustizia sociale, ma il messaggio di Natale é un insegnamento verso l'amore per il prossimo. Chi ha un cuore grande come quello di MRC, che ha adottato una persona bisognosa a distanza, l'amore per il prossimo riesce a metterlo in pratica...
L'altra amica generosa verso il prossimo è la nostra Titty. Siete ammirevoli tutte e due!
Un abbraccio a tutte voi
Lucia
Nessun commento:
Posta un commento