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lunedì 28 settembre 2009

diificile

Questa volta ci siamo impegnate in discorsi assolutamente difficili e forse, senza soluzione...mi sembra la storia dell'uovo e la gallina, chi è nato prima. E non è possibile saperlo perchè senza gallina non c'è uovo e senza uovo non c'è pulcino e poi gallina e quindi uovo. Ma questa è la specialità di Positano, lui lo sà...
 
Ma a parte gli scherzi, ho letto attentamente gli scritti, prima solo un osservazione a Lucia, quello che tu hai scritto fila perfettamente, fino a che dici "ci piace pensare che ci sia" ed in verità, la verità stà, secondo me, racchiusa in queste parole. Il problema è che abbiamo bisogno di un bastone per vivere, e più solido è questo bastone, più ci libera dalle circostanze della vita. E non delle belle, le belle sfuggono, le brutte, quelle sono dure e perdurano.
Impossibile vivere senza dare una ragione alla vita, per questo stiamo sempre a domandarci, perchè,c ome dice Maria Rosa V. un perchè ci dev'essere per forza. E siccome é difficile trovarlo in cose concrete lo cerchiamo in qualcosa che sia superiore ad esse.
 
Quanto alla tua richiesta di pareri, cara Maria Rosa, sei tu che autorizzi...ebbene, come la penso io? Io la penso così, mai Gaetana, parlando di un caso concreto, potrà sapere cosa sarebbe stato meglio per lei, perchè è  dovuta andare in Australia? ed è quello che determina forse il bene o male. Quindi, le circostanze l'hanno portata lì. Se fosse rimasta a Genova? Se i miei genitori non fossero venuti in Brasile, se fossimo rimasti a Roma, se stessimo vivendo a Nocera, cosa sarebbe stato meglio?
Io credo che tutto dipende dal perchè di questo passo e se è stato determinato da circostanze prementi o no. Se lei ci pensa, forse ce lo potrà  o vorrà dire. Ma è difficile anche affermare che sia stato meglio o no, solo hai ragione quando dici che il destino determina il nostro cammino.
Io credo  Maria rosa cara, che noi parliamo di cose leggermente diverse, tu parli delle consequenze delle decisioni, del destino,  io invece parlo delle ragioni per cui tale o tale altro destino sia stato determinato. Per questo la mia situazione è più difficile.
 
Cara Adriana, grazie delle tue parole, volesse il Signore avessi risposte alle mie stesse domande, quanto più a quelle degli altri. Solo posso dire quello che penso, quando penso... Io credo che la sopravvivenza é un istinto, è innato, è incontrollabile. Se cadi in acqua e non sai nuotare, sicuramente comincerai ad agitarti tentando di salvarti.
Per me la fede non ha niente a che vedere con la sopravvivenza, a non essere come uno strumento per renderla possibile quando è difficile vivere. La sopravvivenza è l'agitarsi per nuotare, la fede è la speranza di salvarsi.
Bè, chiaro non lo è, ma in altro modo non lo sò dire.
 
E per ora vi lascio libere dai miei monologhi
Un bacione
Anna
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