Dimenticavo di raccontare che quando stetti a parigi,una amica francese, che stava lavorando in Brasile mi cedette il suo appartamento...senza prendermi niente.,era solo un poco fuori mano per il mio lavoro(Opera e io lavoravo vicino al Trocadero) ma niente che il metrô non risolvesse.Fatto sta,che abituata in Brasile ,sempre con minimo una donna di servizio per qualche giorno, non me la sentivo di vivere nell appartamento senza togliere polvere,lavare le lenzuola regolarmente ecc ecc.cose per noi qui normalissime.Fatto sta che li non esiste quello che noi chiamiamo area di servizi nella maggior parte dei piccoli appartamenti.almeno nei vecchi e a quelll epoca).Alla fine del primo mese notai che il conto della luce,usando la macchina da lavare una volta a settimana era salito alle stelle.Il conto ovviamente lo pagavo io,ma decisi di lavare la robba piccola a mano nel lavandino della cucina,unico esistente,o del bagno.,piu piccolo ma piu igienico,era una croce.Poi una sera ,per distrazzione urtai,in cucina col gomito sul lavandino e ruppi un bicchiere(di sei che l amica aveva)e un piatto(di sei che l amica aveva)e naturalmente ,non proprio subito,ma non trovando un bicchiere e piatto uguale ,ne comprai 6 di ognuno nuovi di zecca e anzi molto carini.Tanto che in tanti mesi li,feci tanti disastri che la mia amica mi disse che era un affarone avermi come ospite.Poi l appartamento era piccolo ma il palazzo di cinque piani(indovinate se non ero al quinto)con delle scalinate quasi di un castello,enormi e bellissime,come il portone di entrata,quelli di ferro rifiniti in cromo se non sbaglio.Le scalinate(non scale data l immensitá) erano perfine ricoperte con un enorme tappeto rosso.Ma salire le scale portando le spese,specialmente i litri di latte(un litro é un chilo mi pare,tornando la sera a casa non era facile.Quindi un giorno portavo su un litro di latte e ,il sapone in polvere e tre pomodori.L altro giorno due litri di latte e un kilo di caffé e basta,insomma calcolavo tre kili ad ogni salita.Dopo alcun tempo mi ricordai dei cestini a napoli,ne comprai uno,una bella corda,e la felicitá della inteligente idea cascó subito.Avevo il cesto...e chi me lo calava? per metterci le cose?Questa era una delle ragioni per cui avevo notato che le spese a Parigi le facevano in pochissime quantitá,a costo di salire e scendere due volte al giorno qualche volta.,non era solo per questioni finanziarie.Vedevo nel supermercato vicino casa la gente comprare "due bistecche",100 grammi di camambert",100 grammi di zucchero,e mi dicevo...ma non é meglio,potendo,comprare una sola volta poco piu,alle volte il sapone finiva in due giorni e dovevi ricomprare subito.Non vi dico quando compravo le uova(mai a dozzina,sempre ttre o quattro,era in genere solo quello,senó arrivavo li con l omelette giá fatta.Poi aveo due amici che avevano l ascensore,in edifici un poco piu moderni,ma allora abitavano nella perfieria,prendevano almeno tre metrô per arrivare e pagavano il fitto.Io non lo pagavo e poi non stavo cosí lontano.Insomma entrai nel sistema parigino,due arance,una mela e ´pronto....pure i costi non é che non contavano,ma sopratutto se tu ti vedevi salendo cinque piani che forse corrispondevano a 10 in un edificio moderno.A primavera invece i Parigini prendono due giorni per le grandi pulizie,tappeti sul davanzale,per legge devono chiamare quello dei caminetti per pulirlo(c é certificato e tutto,come si fa per automobili)tolgono la polvere,almeno i colleghi miei,a quel tempo i giovani ,come me.Durnate l anno si entra e si esce per studiare e lavorare,si torna e si va a dormire dopo cena lavando al massimo pentola e piatto.,era un cosa strana,ma dopo alcuni mesi ero entrata nel ritmo e solo dopo partita mi resi conto .Era questo.Silvia |
UN POSTO DOVE INCONTRARCI IN ARMONIA E PER SCAMBIARCI LA NOSTRA AMICIZIA.
* Il terrazzo sul mare è un luogo immaginario dove un gruppo di amiche, virtuali e non, ma di origine italiana, sparse in tre continenti diversi, si incontrano per scambiarsi le proprie piccole vicende quotidiane, i propri pensieri e il loro affetto.
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lunedì 6 settembre 2010
il mio anno a Parigi
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