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martedì 22 novembre 2011

il mio resoconto


 Carissime amiche, come state? Vi trovo tutte bellissime, con o senza cappello.
Avevo deciso di partecipare al vostro concorso ma Lucia ha ben fatto ad oscurare l'unica foto con cappello che avevo.
Era tanta la voglia di unirmi a voi che ieri mattina sono andata a piedi al centro del mio paesello per comprarmi un cappellino spiritoso; ad un incrocio ho chiesto dov'era il cappellaio; mi hanno dato delle informazioni che ho seguito passo passo ma sapete dove mi sono ritrovata?  Dal cappellano!!

 

 

Non mi conosceva e immaginando che fossi una pecora extracomunitaria in cerca di un gregge di accoglienza, mi ha prontamente invitata ad entrare in sacrestia; ha preso due bicchieri da una credenza fratino e poi è andato in cantina a prendere una bottiglia di lacrima christi; così, parlando del sacro e del profano e bevendo un bicchiere dietro l'altro, è riuscito a farmi confessare peccati che non ho mai commesso e lui, alquanto brillo, come potete ben vedere dalla foto,  ha confessato i suoi peccati, che ha commesso; dopo non so quanti bicchieri e quanti rosari mi ha dato l'assoluzione per cui sono andata via  con molta voglia di cantare  zigzagando per tutto il paese.

Non so perché  ma dopo un'oretta mi sono ritrovata in aperta campagna deliziata dalla natura autunnale;  ho visto esondare dagli  alberi e dai cespugli leggere ali multicolori che sfinite ricadevano sotto i miei passi intonando una dolce musica di note scricchiolanti. Arrivata vicino ad un casolare, ho incontrato un cow-boy che in quel momento stava dando da mangiare ai maiali. Mi ha salutato molto gentilmente togliendo il suo cappello ma mettendo contemporaneamente la mano sulla pistola.

 

 

Gli ho chiesto  se poteva dirmi che strada dovevo fare per andare dove volevo andare; mi ha risposto furente:

"Porca miseria! Non sono mica Totò io per darti quel ca......d'informazione!!!  Porco mondo!!! Lo so che sei venuta a fare qui, sei venuta a rompere i  co.......... e a fare il malocchio ai miei porci così non ingrasseranno più ed io, che dalla mattina alla sera mi faccio un cu.... così  (mettendo il pollice e l'indice delle due mani in semicerchio, ad una distanza di circa 15 cm) mi dovrò  ammazzare perché non avrò più porci grassi da ammazzare; vivi e lascia che io viva ammazzando i miei porci, porco cane!!!! Io sono un pig-boy onesto; non sono mica come quei porci dei politici che fanno i loro porci comodi per far cadere il governo e poi, porco due, vanno a casa con un vitalizio da 3.500 euro al mese. Via maledetta strega!!"

E così dicendo tirò fuori il revolver dalla cartucciera e iniziò a sparare colpi in aria. 

 Mi sono allontanata  di corsa da quell'uomo volgare, rozzo, insulso, cafone, maleducato, che ha usato un linguaggio a dir poco osceno; nel mezzo del cammin di una via, mi fermai un attimo per riprendere fiato ed ho capito che mi ero persa in una bellissima selva oscura; ho appoggiato la macchinetta fotografica su un albero e mi sono fatta questa foto che magari potrebbe concorrere visto che l'altra è stata oscurata da Lucia. 

 

 

Dopo qualche istante ho visto arrivare una persona dalle sembianze strane la cui identità ancor ignoro.

-"Miserere di me", gridai, qual che tu sii, od ombra od omo certo!". 

Rispuosemi:

-«Non omo, omo già fui" .

-O me tapina,  dissi dentro di me, sarà mica un transessuale costui?

Portava infatti  un' ampia tunica di color rosso ruggine lunga fino ai piedi e sotto la tunica...niente;  un foulard dello stesso colore avvolgeva elegantemente la testa dell'uomo-donna; due copriorecchi di finissima seta bianca rendevano la sua espressione ancor più dolce; una coroncina di fresche foglie di alloro dava a tale soggetto un'aria mistica ma allo stesso tempo sensuale. Nella mano destra, un bracciale d'argento metteva in risalto il nome Beatrice tatuato in caratteri gotici. Portava un note-book di pelle nera con finiture arancio.

 Si rivolse a me dicendomi:

-"Creatura celestiale, ditemi, quale pena affligge il vostro cor?"

 Gli risposi dicendo che avevo smarrito la giusta via.

Leilui aggiunse:

- "La provvidenza  ha inviato me in questo loco per salvare voi; porto sempre meco  lo mio note-book  per aiutar coloro che  la dritta via smarriscono; basta un legger tocco  su google map e per incanto davanti a li occhi miei, tutti li percorsi possibili si disegnano; ma io, che esperto sono in materia,  subito la strada  giusta individuo per evitare lo traffico nei dintorni de l'inferno e de lo purgatorio".

Dopo avergli detto che volevo andare a Chieti, da una modista (persona che confeziona cappelli, guanti, sciarpe, cravatte e papillon) che aveva il negozietto in Via dello Zingaro, con voce sicura, mi indicò la strada. Credo proprio sia stata la strada che passava dalle parti del paradiso in quanto incontrai solo qualche bambino in giro.

 

                                  

 

Arrivata in città, mi  sono infilata per quei vicoletti che solevo consumare quando avevo crisi di astinenza di negozi. Pur essendo l'ora dello struscio serale, le viuzze erano deserte;  non c'era nè anima viva, nè umana, nè animale, nè vegetale, nè materiale: nè uomini, nè donne, nè cani, nè gatti, nè piante ornamentali, nè fiori finti; non c'erano più le vetrine colorate, non c'erano più  gli orari di apertura, non c'erano più le insegne luminose, non c'erano più  i manifesti con  la scritta Saldi, Sconti, Liquidazione Totale; non si sentivano più i discorsi  rigorosamente in dialetto  dei vecchietti che passeggiavano con l'intento esclusivo di veder passeggiare gli altri. Arrivata a Via dello Zingaro (chiamata così perchè c'era la casa di un pittore detto " lo Zingaro"  a causa dei suoi innumerevoli viaggi)  ho cercato la boutique della mia modista; volevo infatti comprare un cappello originale per farmi la foto da inviare al concorso del Terrazzo sul Mare ma superfluo dire che aveva fatto la fine degli altri negozietti divorati dai centri commerciali cannibali.

Poco a poco quel vicolo ha iniziato ad animarsi e a colorarsi di persone che tornavano a casa dal lavoro, stanche ma sorridenti che mi salutavano con marcato accento straniero. Quei negozi ora sono sono diventati le loro anguste dimore. Lo Zingaro pittore, che amava viaggiare,  oggi sarebbe lietissimo di vivere tra loro.

Vorrei tanto che anche loro partecipassero al concorso.

 

                           

  

                      

 Un caro abbraccio

Ivana

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