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lunedì 24 ottobre 2011

E allora dico la mia...

Con tutto il rispetto, ma sul serio, verso chi la pensa diversamente, io espongo il mio punto di vista.
Sono italiana e sono brasiliana, sono italiana perche nata lì, perchè lì sono le mie origini, perché lì stanno la gran parte dei miei cari.Perchè lì  ho imparato a parlare, lì ho imparato a leggere e scrivere ed ho avuto i primi affetti.E la prima patria.
Sono diventata brasiliana a diciotto anni, qundo avevo passato qui gli anni di infanzia ed adolescenza, dove stavo per cominciare la mia vita di adulta e dove intendevo continuare a vivere.
Come Titty, vivendo qui, non volevo essere esclusa da tutti gli aspetti della vita, sia politica che sociale. Volevo essere qualcosa nel paese dove vivevo e vivo fino ad oggi, ed ho oggi nipoti brasiliani-italiani, solo il contrario, ma è la stessa cosa.
Credo e credevo già allora, di dover ricambiare a questo paese l'accoglienza che mi ha dato, e, tirando la crudeltà dell'infanzia che mi ha fatto soffrire un poco, tutto il resto è stato di una cordialità impari.
Ma per farla breve, in sintesi, già basta il fatto che, anche perfettamente adattata non sei mai completamente brasiliana, e pure, purtroppo, nons ei più completamente italiana, e cioè, il fatto di essere uno o l'altro non ti tira ormai di non essere nè carne nè pesce.Perché ci sono differenze, diciamo culturali, che nessuno cambia, e siccome mi sono sposata con un brasiliano, mi ricordo quante volte le nostre discussioni finivano con la conclusione che era dovuto alla differenza di nazionalità che significa tanto di più che una semplice differenza di lingue, è una cosa sottile che non si spiega. Beninteso, il culturale mio non è di sapienza è di struttura di mondo diversa.
 
Bene che io attribuisco questi problema più al fatto di quello che io sempre dico, dell'imigrazione nella valigia, quella che tocca a noi bambini. I grandi, arrivando, hanno tendenza ad unirsi al loro gruppo di origine, amici italiani, figli di amici italiani che ci fanno avvicinare, difficoltando così, fin dall'inizio, una perfetta integrazione con il nuovo paese. Non che sia una colpa, ma è un fatto e non é positivo, ma é inevitabile, perchè diminuiva la loro sofferenza, e noi ovviamente inerti.
 
Per questo ripeto, io sono anche brasiliana, con molto orgoglio e piacere, come lo sono italiana con il il solo dispiacere di non essere bene nessuno dei due.
 
bacioni
Anna
Spero solo di essere stata chiara....
 
 
 

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