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lunedì 24 ottobre 2011

* emigrazione, cittadinanza e sentimenti *


Penso che i sentimenti di appartenenza, di amore e di rispetto,  verso il paese che ci ospita non si ottengono con un pezzo di carta che da' la cittadinanza. Personalmente mi sento argentina senza quell'attestato e per pagare le tasse neanche ho bisogno di quell'attestato. Allo stesso tempo mi sento italiana perche' nessun pezzo di carta, che mi dia o mi tolga la cittadinanza, cambiera' questa realta', anche se le leggi (fatte dagli uomini) e le burocrazie possano dire il contrario.


Penso come Gaetana, non si rinnega la patria perche non ti ha dato la possibilita' di lavoro e di progresso (cose che dipendono anche da condizioni personali e contingenti). D'altra parte, il paese che riceve gli emigranti si beneficia con l'apporto della loro mano d'opera, della loro capacita', della loro creativita' e della ricchezza che il loro lavoro produce.

Come spesso ha detto Anna, l'immigrato ha due  cuori. E io aggiungo: nell'occasione giusta, batte il cuore giusto.

Lucia

Grazie, Marta, per le tue belle parole.

MRV, ti sei espressa con molta proprieta' e sono ogni volta piu' gratamente sorpresa di come stai migliorando la tua scrittura. Complimenti! Aggiungo che io sono d'accordo con te su molte cose che dici.

Vittoria, grazie del tuo interessamento sulla mia voce... L'ho già ricuperata quasi completamente!!! :-)

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