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giovedì 3 gennaio 2013

Lucia

 

Carissima Lucia,

 

Finalmente, da quando ho ricevuto il tuo, finalmente sono riuscita. In verità ho dovuto mettere l’italiano come lingua prima e per fortuna riesco ad usare il portoghese che ha segnali che in italiano non esistono.

Ma è stata lunga, non ci riesco mai facile a queste cose. Ho persino mal di testa a dire il vero. Ma grazie, ho risolto: con sforzo...al solito.

 

Quanto alla foto di Gaetana, é che di tanta allegria, le persone della galleria ci hanno storto tutte, quindi Gaetana ha meno spese per portarci tutte a Milano. Io poi a milano mica ci vengo, io vado diretto a Napoli, chi me lo fà fare? Solo voglio che qualcuno mi porti i dolci dela galleria costano un euro ognuna, ma sono delle paste magnifiche...solo al ricordarle..

 

Voi non sapete cosa mi è successo a milano, ho passato un pomeriggio e dormito lì perchè mi venivano a prendere per andare a Brescia la mattina dopo presto, cioè, mi lasciavano alla stazione, avevo treno riservato.

Solo questa prima parte avevo combinato con l’agenzia perché avevo paura di fare confusione con mia cugina a Brescia e dovevo dare un orario di arrivo del treno.

 

Per farla breeve, l’albergo er nei dintorni di Piazza del Duomo, centralissima, però io avevo tutto il pomeriggio davanti a me ed allora appena messe le valigie mi sono andata a fare una passeggiata, tra l’altro piovigginava, allora sono uscita senz a niente, solo con i soldi per qualche dolce o gelato o qualunque altra cosa, e anche un tassi nella eventualità, alla fine stavo sola a Milano e quindi non sapevo il tempo che avrebbe fatto.

Naturalmente sono entrata nel Duomo che non mi piace, neanche le statuine, troppo roccocó per me, ma poi sono andata nelle gallerie, ho visto i dolci, ci ho fatto un pensierino perchè nel momento non mi andavano...bè, per farla breve, in poco tempo stavo non si sà dove, lontana dalla mia partenza...non sapevo dove, ma siccome sapevo che dovevo arrivare al Duomo non mi sono preoccupata.

Il tempo passó, fin troppo rapido, allora comincio a domandare il Duomo e con le varie indicazioni ci sono arrivata. Ho mangiato il sognato dolce, un cannolo alla siciliana, ero felice e stanca.

 

Ebbene, ed ora arriva l’avventura. Come si chiamava l’albergo? In che strada era? Ero stata portata in là, non ci avevo fatto caso. Ero uscita senza neanche il cartone. L’albergo era piccolo, se qualcuno conosce la regione del lato sinistro  guardando il Duomo, è pieno di stradette, di vicoli, di buchi, di gallerie varie. Insomma, ero disperata perchè al mattino dopo mi venivano a prendere ed io non c’ero.

Domandare cosa se non sapevo il nome, dove se non sapevo la strada. Insomma, ho passato veramente dei brutti momenti.

Dalle sette della sera alle  21.30 ho cercato il benedetto albergo. Finalmente un negozietto di niente, piccolo, ancora aperto per fortuna, mi ha dato l’idea che fosse stato uno dei primi negozi che avevo visto uscendo dall’albergo. La mia fortuna, ho chiesto dove c’erano gli alberghi, ce ne sono tanti lì, tutti piccoli.

L’idea era vaghissima, ma era pur qualcosa finalmente, dopo tanti vuoti. Il quarto che ho visitato in una stradetta senza uscita era lui...non perchè io l’abbia riconosciuto, dovevo domandare se ero ospitata lì...

Certo un poco ridicolo, ma tanto, non mi avrebbero rivisto più, potevo anche essere ridicola...poi le domande cretine sembra siano la mia specialità.

E come dico sempre io, sono questi avvenimenti spiacevoli che uno ricorda di piú dopo un viaggio. Non dimenticherò mai più il malessere, il terrore proprio di non riuscire mai più a trovare il mio albergo.....

 

Difatti, la passeggiata con Wladimir che più ricordo è stata quella che non ci fù...eravamo andati ospiti di amici che ci avevano offerto la casa, a Campos de Jordão un posto magnifico sulle montagne,

Vero che la montagna non é la mia passione, ma in fondo non ero sola, il posto è bellissimo. Ma, prima cosa siamo dovuti andare in un supermercato per comprare il latte ed il pane per il mattino seguente, Abbiamo cominciato a vedere le cose, poi un formaggio che Wladimir ama, poi dei biscottini, insomma, alla fine eravamo ben forniti.

Senonchè mentre pagava Wladimir ebbe l’infelice idea di dire, figurati anna se stessimo facendo questa spesa per il nostro appartamento...non l’avesse mai fatto, ci siamo guardati e siamo tornati a São Paulo...Sei ore di viaggio fra andata e ritorno...e chi se lo dimentica. E tutto questo scendendo da mille metri...di notte...ma stavamo a casa.

 

Bacioni

Anna

 

 

 

 

 

 

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