Troppo spesso attorno alle commemorazioni si stende un pesante velo di retorica celebrativa, allontanando noi tutti dal compito arduo del ricordo e della riflessione. La memoria rischia talvolta di essere tramandata in maniera troppo fredda e ufficiale perché viva realmente nelle menti e, soprattutto, nelle azioni dei cittadini.
Credo che il modo migliore di passare questa Giornata della Memoria sia quello di fare lo sforzo di immedesimarci - grazie a tanti racconti, come quello tenuto oggi alla Camera dal Premio Nobel Elie Wiesel -- nella condizione delle vittime dello sterminio nazifascista. Persone che avevano come unica "colpa" quella di essere ebrei, zingari, omosessuali, disabili, oppositori politici. Andavano scartati, agli occhi di un'ideologia che non ammetteva la ricchezza della diversità.
Oggi abbiamo la fortuna che, grazie al contributo eroico di tanti uomini e donne di oltre sessant'anni, quella barbarie è alle nostre spalle. Ma solo la Memoria può metterci al sicuro dall'orrore, che si presenta sempre in maniera irrazionale e incontrollata.
Memoria è per me il dovere di continuare a indignarci ogniqualvolta, anche nelle nostre società democratiche, qualche individuo viene discriminato per la sua presunta "differenza". Solo così potremmo vivere e praticare ogni giorno lo spirito di questa Giornata.
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