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domenica 24 ottobre 2010

A la Caravelladel nostro terrazzo:

Carissima Maria Rosa:io volevo commentare una cosa che tu dicesti tanti giorni fa,e che la mia esperienza personale non conferma,ma che ovviamente é una veritá per certe persone,che considero invidiabili,e tu mi sembri una di loro..Io  penso che l essere umano in generale, há una grande necessitá di essere ammirato e  gratificato nella vita,ci penso da quando ho letto il tuo scritto.Hó vissuto tante volte questa esperienza,quando ero ragazza e andavo alla spiaggia da amici,facevamo di tutto nella casa  insieme agl amici ospiti.,lavando pavimenti,rifacendo i letti,tutto veramente.Quando i genitori di questi amici che ci ospitavano ,mi  elogiavano ai miei,per la mia dipsoniblitá ecc,che brava figliola avevano la fortuna di avere....mia madre commentava che a casa invece non  mi dedicavo molto.La spiegazione,che piu grande ho trovato era ovvia,a casa degl amici non si ricevevano che elogi,perche non essendo visto come un dovere,era una qualitá.A casa mia invece,magari mia madre mi diceva che non avevo fatto bene il letto....cioé,mezzo arronzato,perche essendo in fondo un dovere(considerato tale e giusto pure) dovevo farlo bene.Tu cosa preferivi?lavare i pavimenti ricevendo complimenti,pure se ti rompevi la schiena,o fare un letto ,sentendoti dire che non era proprio ben fatto?Quando da ragazza ,mio fratello piu grande,magari usciva con me(alle volte mi portava in un ristorante dove c erano future personalitá,come jó soares,ecc,della TV e dell arte,eravamo tutti giovani,vedevo un fratello socievole,allegro e spiritoso,,São Paulo era una cittá piccola,si camminava per strada e non si facevano due passi senza che Paolo fosse fermato da qualcuno,oltretutto tanto affettuoso con tutti,e non c era uno che non dicesse che lo amava molto,e non sto esagerando.A casa era un ragazzo quieto,.Un giorno ne parlammo e lui mise la colpa nei miei genitori,che  hanno avuto si i loro grandi difetti,ma a casa nostra c era pure una grande libertá di parlare e dire ció che si volesse sempre.,e che avevano pure delle grandi qualitá,perche poi ognuno ha il suo carattere ,nessuno di noi figli che io sappia ha solamente qualitá,Ma dicevo questo per esperienza propria,perche se io  sento elogi,é sempre a persone che fanno il bene e aiutano le persone verso cui non hanno nessun obbligo,dico socialmente parlando.,in altri termini,il  compimento del dovere non sottointende affetto o meno,lo fai e basta(con o senza amore di sotto) invece a estranei,é ovvio che lo fai per amore verso l altro,perche il dovere non cé.quindi non ci si pensa neanche,a non essere che si senta un dovere di tipo religoso(la caritá) e allora dovere diventa pure quello.Quando leggo i tuoi scritti,.e credimi,ti ammiro molto,ma mi sembrano come favole che escono da un libbro  fantastico,poi si torna alla vita.,deve essre bello per te che riesci a fare di una favola una storia reale,ma non é facile e non ne conosco altre sai?Tanti esempi ti potrei fare,del contrario che tu dici,ma forse il mio mondo non é bello come il tuo,e la vita é fatta cosí....ognuno  ha il suo destino,..forse,se é vero che cogli ció che pianti ,io ho piantato  solo erbaccie.Premetto che non éuna lamentela,non ho vocazione di Jeremia,ti racconto la mia esperienza,come tu parli della tua,che mi ha portato a pensare.é solo questo.Contnua si con la tua caritas e a mandarci,come fai,tanti sorrisi pure a noi sul terrazzo.,Ti mando un abbraccione. dal monologo.

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