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mercoledì 15 agosto 2012

* i bambini *

Prima di esprimere il mio pensiero in quanto all'educazione dei bambini, di cui Adriana e Anna hanno parlato secondo la loro visuale, voglio riferirmi ad alcune piccole curiositá. Una di loro è quella di Google. Il mio navigatore è Google Chrome, a volte uso anche l' Explorer. Ebbene, ogni volta che c'è una ricorrenza importante, sul nome di Google c'è una vignetta allusiva. Sono appena finiti i Giochi olimpionici, dove quasi tutti i giorni c'era la vignetta di uno sport con dei disegnini molto simpatici.

Oggi c'è questa vignetta che commemora i 100 anni di Julia Child (l'equivalente alla nostra Doña Petrona, mitica cuoca argentina). Significativo il suo cognome CHILD (bambino).
Una simpatica coincidenza, visto che Anna e Adriana si sono soffermate un po' su questo argomento.

Voglio esprimere la mia opinione con riguardo alla manipolazione della personalità dei piccoli da parte dei genitori, dei grandi, attraverso l'educazione.
Quello che Adriana e Anna dicono mi sembra del tutto ideale, quasi utopico. Mi avete fatto ricordare certe idee che si mettevano in pratica all'epoca degli HIPPIES, idee che sostenevano i vari santoni e guru dell'epoca. 
I bambini che nascevano nelle comunità hippies non rimanevano con i genitori, ma erano i bimbi di tutti e ognuno si occupava di loro per evitare che questi piccoli crescessero con le "deformazioni" educative imposte dai loro genitori che avrebbero trasmesso loro le proprie deformazioni culturali. Questi bambini erano "liberi" e senza riferimenti. Ognuno puo' immaginare i risultati.

Comunque voglio aggiungere che un bambino senza guida e senza "imposizioni culturali" non è immaginabile. Avrete letto anche voi di qualche bambino che ha avuto la disgrazia di crescere da solo nella natura dopo un incidente di aviazione o per qualsiasi altra drammatica circostanza e quando la civiltà lo ha ritrovato, ha trovato un bimbo uguale a un animale: senza molte capacità intellettive. Come capirete, l'educazione è fondamentale, la cultura si è acquisita attraverso i millenni e il risultato è la nostra vita comportamentale di oggi che, sebbene è piena di regole e di convenzioni, ha anche i lati positivi. D'altra parte anche le regole sono necessarie e queste le deve insegnare il genitore al proprio figlio.
Le convenzioni invece cambiano di epoca in epoca, proprio dovuto al fatto che la società evolve e scarta quelle che considera inutili per il momento storico che si vive, per crearne delle nuove. Purtroppo le nuove convenzioni sono nate sul fatto di respingere le cose che secondo noi ci hanno fatto soffrire nel percorso della nostra vita, specialmente nell'adolescenza, e abbiamo creato convenzioni più lasse, più permissive, o l'assenza di convenzioni, con il risultato di una società spesso allo sbaraglio...  L'idea era che quello che ha fatto soffrire me, non voglio che lo soffra mio figlio, e secondo la mia modesta opinione, qui c'è molto da rivedere perchè i risultati che abbiamo sotto gli occhi, non sono dei migliori.
Non parlo delle singole famiglie, nè di situazioni particolari, ma parlo in generale. La nostra società non ha più limiti e tutto si basa sulla pretesa di una libertà sconfinata. E credo che proprio qui sta l'errore. La libertà non dev'essere sconfinata, ma limitata davanti alla libertà del nostro prossimo. La mia libertà finisce dove comincia la libertà dell'altro.
Ammetto che ognuna di noi parla a partire della propria esperienza familiare e io ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia che non ha applicato grande rigore nella nostra educazione, ma molto amore, specialmente da parte di mia madre. 
Devo dire però, che non mi sono salvata dalle convenzioni della nostra società e questo sicuramente segna la vita di qualsiasi persona, a meno che sia capace di rompere gli schemi e andare contro corrente. Io non sono stata una di queste, ma mi ci sono adattata il meglio che ho potuto, forse apportando qualche granellino a partire dalle mie convinzioni, ma non ho fatto grandi stravolgimenti. 
Ho sempre ammirato le persone che hanno cambiato tante cose assurde nella nostra società e che ancora ci sono, ma sostengo che alcune regole devono esistere per mantenere un certo ordine necessario alla buona convivenza.
Comunque questo è un discorso molto difficile da racchiudere in qualche paragrafo e sicuramente ammette mille sfaccettature e obiezioni, ma ho voluto dire il mio pensiero senza voler sopraffare quello di nessuna, perchè sia Anna, sia  Adriana hanno espresso perfettamente il loro punto di vista e coincido con loro.

Ora cambio argomento e mi riferisco al PAU BRASIL. Pau in portoghese significa PALO e io mi ricordo aver sentito questo nome da piccola perchè avevamo degli amici di famiglia che avevano una grossa ditta di esportazione di legnami. Nei loro discorsi ho sentito parlare di questo legno che si trova anche al nord dell'Argentina,  e me lo ricordo ancora...
In quanto al collegio di Anna che si chiamava "De l'Assomption" che vuol dire dell'Assunzione, si tratta proprio dell' Assunzione della Vergine Maria. Qui invece abbiamo molti collegi o scuole intitolate alla Misericordia. Comunque sono scuole rette da religiosi, quasi sempre suore.

Rinnovo i miei saluti alle amiche che si chiamano MARIA!

A tutte, buona giornata!
Lucia

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