Ho letto i riccordi di alcune di voi. Resoconti da quando le famiglie costrette o volendo partivano dall'Italia a provare fortuna in terre lontane. Sono relati toccanti, alcune volte divertenti e anche con diversi punti di vista giacché i riccordi sono sempre individuali e non collettivi.
Pure io sono stata un'emigrante alla rovescia e posso raccontarvi qualcosa. Sono andata in l'Italia, ma quando arrivai posso dire che il bel paese non mi ricevette molto bene. Venne con me un'amica colombiana che rimase un mese. Approffitando che stavamo insieme, decidemmo fare un giretto sul nord. A Santa Margherita subimmo un freddo cane perché soltanto al giorno dopo riuscimmo accendere il riscaldamento dell'appartamento che ci avevano prestato. Io mi lavai la mia lunga chioma coll'acqua ghiacchiata e quasi mi viene la polmonite.
A Genova, tutta rimbambita, non so se per la doccia ghiacciata o ancora per il fuso orario, in un ristorante lasciai la borsa in bagno. Poi la portó un camariere simpatico e carino che senza il mio permesso si é preso 400 dollari. Mi dissero di fare finta di niente perché non potevo provare che i soldi c'erano dentro il portafoglio. Poi andai alla scuola di lingua dove, avendo fatto in Colombia 4 livelli d'italiano, dissero che dovevo ricominciare da capo. Mi arrabbiai e alla fine incominciai col quarto livello. Dopo andai in Svizzera e al arrivare di nuovo a Roma i ladri avevano fatto festa nel mio appartamento.
Poi venne la calma, finií gli studi d'italiano e feci l'aggiornamento in disegno e una ditta (Spectrum Graphics) che rimaneva ad Albano, mi feci un'offerta di lavoro per iniziare a gennaio in pieno inverno. Dovendo cambiare casa andai a vivere vicino a Piazza Pio xi. Non so se lo sapete, dicono che a Roma nevica ogni 5 anni, e preciso dopo 2 giorni di lavoro esco di casa alle 7 meno un quarto del mattino, d'ignorante, vestita abbastanza leggera e con delle scarpe e ombrellino quasi di portare soltanto d'estate. Vidi scendere una pioggerella un po' bianchina (non conscevo come cadeva la neve) ma non mi preocupai. Prendo colazione al bar, poi l'autobus, poi la Metroplitana per scendere a Stazione Termini e prendere il treno per arrivare al mio lavoro.
Salgo sul treno e incominciai a vedere tutto bianco. Scendo ad Albano, col forte vento e sembrando una tale e quale Mary Poppins, col ombrellino al rovescio, con la pioggia scendendo per il mio braccio (non rilasciavo l'ombrello), con i capelli bagnati ed slittando arrivai al mio ufficio. Tutti mi guardarono stupiti e come uscita del piú en lá, allora il mio capo mi "sgridai" per i miei vestiti, le scarpe e l'ombrellino e mi fece ritornare a Roma dove comprai tutto l'occorrente per un bell'inverno. Dopo di che, l'esperienza per ben 5 anni fu di meraviglia ed é per questo che AMO l'Italia. Allego una fotografia di come ero in quel periodo e un'altra di come é cambiante il clima nella mia cittá. La prima a sinistra l'ho scattata un'ora fa, quella al centro 10 giorni fa e l'ultima 15 giorni fa. Stiamo per impazzire. Abbraccio, Amparo Margarita
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