....

....

giovedì 28 aprile 2011

Vi devo una parte mia di racconto ma

solo due episodi li posso raccontare con chiarezza e non sò neanche che importanza possano avere nel mio cammino verso il nuovo paese.
Anzi, credo di averlo già raccontato, altro non sò metterlo  per iscritto.
 
Dunque, il viaggio da Salerno, da casa dei nonni, in treno fino a Napoli, non posso gsrentire niente, solo sò che non ci furono addii e fazzoletti bianchi al porto, non sò perchè o non lo ricordo. Invece che piansi a dirotto durante tutto il viaggio lo ricordo bene. Non ricordo di nessuno accanto, non ricordo niente, solo i singhiozzi. Io che fino ad oggi adoro il tum tum del treno ed una volta con Wladimir  facemmo un viaggiodal Mato grosso a qui, in un treno scomodo, 18 ore chiusi, e molta felicità. Mi piace tutto, il paesaggio che corre e fai sforzo ad afferrare, il rumore della sirena all'arrivo nelle stazioni, tutto. Quindi quel viaggio fù speciale, in brutto.
 
Un altra cosa che ricordo vivamente era che, la notte, io che non ricordo mai i sogni, dicono che tutti sognamo, sognavo al contrario. Sognavo che era un sogno che avevamo viaggiato fin qui, e che mi sarei svegliata dove ero sempre stata. Un sogno alla rovescia, e la realtà mi si presentava sempre deludendomi terribilmente.
 
Terzo ricordo abbastanza scemo era il mamão, la papaya, che papà con la teoria antica, ignorando la nostra debolezza del momento, ci obbligava a mangiare la mattina col zucchero e limone. Come l'odiavo e quanto tempo ci ho messo per apprezzarlo, oggi mi piace molto.Ma bisognava mangiare tutto, anche in quelle circostanze...in un albergo dove siamo rimasti pochi giorni per poi andare a destinazione.
 
Ultimo ricordo e che solo la piccola eta giustifica, essendo che sono lontana terribilmente dal razzismo, è che, debbo spiegare  dall'inizio.
Andavamo frequentemente a messa al Vaticano la domenica mattina,credo la mamma ci portava, io di persone ho pochi ricordi.
Dunque dicevo, per le strade del vaticano e solamente lì, circolavano negri africani, colore alabastro, un nero quasi blu. Erano molto alti, almeno per me, e tutti vestiti con i loro abiti tipici, colorati, tipo tuniche.A me tutte le volte rappresentavano attori di uno spettacolo teatrale, erano come Cenerentola in scena. Non erano una realtà, non sò se mi spiego.
 
Senonchè, appena arrivati a São Paulo, stavamo in quell'albergo nel centro di allora, ancora esiste ma corroso dal tempo. Sarina ci portò nella strada centrale a fare due passi.
Ed io mi trovo con gli stessi negri alabastro, vestiti identici a tutti gli altri, con il vestito, cravatta. Insomma, erano persone come noi.
La paura, direi persino il terrore che mi fece vederli così pericolosamente vicini i personaggi dei miei teatri, e concreti, con moglie, figli, parlando come tutti, non li avevo mai visto in gruppo a Roma, ebbene, non lo dimentico fino ad oggi.
 
Tutte queste cose possono essere insignificanti viste da fuori, ma vedete, è quello che più nittidamente ricordo, almeno obiettivamente.
 
bacioni
Anna 
 
Animacoes GRATUITAS para seu e-mail – do IncrediMail! Clique aqui!

Nessun commento: