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martedì 21 aprile 2009

dall'iridologa

 

Ieri sono andata dall'iridologa; appuntamento alle 19.00; io arrivo alle 18.50; appena entro la segretaria mi fa pagare 300 pesos (normalmente gli specialisti si prendono 100-150), meno male che li avevo dietro perché non voleva pagamento con carta di credito. Non mi rilascia nessuna ricevuta; mi dice di accomodarmi e che il mio turno é dopo una signora seduta comodamente lì; dopo una mezz'oretta chiedo quanto tempo dura la visita e mi risponde un'ora circa, al ché le chiedo come mai erano così in ritardo; mi comunica che la signora che é già dentro e´ di Cordoba e che può venire solo ogni 2-3 mesi per cui la sua visita dura di più. Praticamente mi predispongo ad aspettare in religioso silenzio visto che la segretaria ha davanti a sé un libretto aperto sulla coniugazione dei verbi irregolari della lingua italiana e l'altra paziente pare dormire assorta nei suoi pensieri. Dopo 20 minuti di morte vivente mi alzo e cammino per la stanza per ammazzare il sonno. Cerco dei giornali e trovo riviste del 2003-2004 e qualche mensile di compagnie aeree, di quelli che rubiamo quando voliamo. Allora mi metto a guardare gli innumerevoli diplomi attaccati ai muri: sono solo attestati di partecipazione a congressi, anche di un solo giorno; cerco il diploma di laurea ma non lo trovo. Rifletto sul perché resto in quel luogo, vorrei andarmene ma visto che ho pagato 300 pesos vorrei almeno vedere l'iride dell'iridologa. Esce la signora di Cordoba e una voce dall'oltretomba chiama la paziente seduta vicino alla segretaria. Non so che fare, vorrei andarmene senza salutare, poi ci ripenso e dico che mi deve ridare i miei soldi ma la necessità di trovare un rimedio a questo mio brutto periodo di stanchezza fisica e depressione mi inchiodano in  quello squallido luogo.

Rileggo mille volte i titoli dei congressi, i luoghi, le date, le firme illeggibili dei relatori, mi ipnotizzo, passano decine e decine di minuti poi vedo una scritta su un ripiano collocato sotto uno specchio: "Pregate Dio per rassegnarvi ad accettare la vostra malattia. Pregate sempre, noi vi aiutiamo regalandovi il rosario" e accanto alla scritta una scatola blu con delle bustine trasparenti contenenti un rosario di plastica bianca.

Non ho parole, non ho pensieri, vorrei solo mettermi ad urlare da buona italiana: Ma andate a ffan………Non so che succede dopo, non ricordo, forse mi addormento, all'improvviso sento chiamare dall'oltretomba il mio nome, vado lungo quel corridoio buio illuminato solo in parte dalla porta aperta della stanza dell'iridologa, entro, saluto, mi saluta ma non mi chiede scusa per il ritardo di quasi 2 ore rispetto all'appuntamento preso 15 giorni fa, mi siedo, sono sfinita, l'orologio segna le 20.40, non ho voglia di parlare; la dottoressa, capelli disordinati e faccia inebetita (aveva iniziato a lavorare alle 8 del mattino) mi fa alcune domande per caRpire il mio malessere, rispondo dicendo solo che soffro di debolezza e che tutti i miei esami medici sono perfetti. Mi fa accomodare, mentre sbadiglia, davanti all'apparecchio simile a quello che usano gli oftalmologi e dopo un po' individua le mie malattie: eccesso di acidi (caffè, the, mate, latte), circolazione arteriosa compromessa e gastrite. Mi prescrive 4 prodotti omeopatici e mi rimanda a casa dopo soltanto mezz'ora.

 

Morale della favola: spetta a voi trovarla.

 

Scusate se ho scritto tanto ma parlare con voi é molto piu' utile della visita di ieri sera.

Ivana

 



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