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martedì 21 aprile 2009

IVANA

Sembra che di giornalista ne abbiamo due, non una sola. Ho letto seriamente e penseriosamente il tuo scritto la prima volta. Poi una seconda volta, poi una terza.
Io, dopo il tuo racconto certamente con la mia pazienza avrei lasciato i 300 pesos, poco per liberarmi da questa macabra storia.
Io non sò come si chiama in italiano la parte colorata, a volte, degli occhi, ma che io sappia, lo specialista si chiama oculista. Immagginando sia iride, cosa volevi che guardava? L'iride.
Io, con la mia esperienza attuale, ma non tanto variata e avventurosa come la tua, mi dispiace, sono arrivata alla conclusione che la depressione è una malattia che ci porta a cercare i miracoli.
Mó mi sono pure entusiasmata, figurati che su google c'è un corso di questa materia in sette mesi, cioè, poi 300 reais a consulta, io ne faccio tre al  giorno, divento milionaria.
 
Poi leggendo di nuovo il tuo racconto, passato il colpo e la delusione mi sono fatta le matte risate. Sai tu gironzolando, sai il corridoio scuro con la signora scapigliata, con l'apparecchio per vederti gli occhi, ma certo un racconto da Kafka, e che hai fatto? Hai comprato le medicine?
 
Ti consiglio di andare da una psichiatra, così racconti un bel racconto sulla visita e le conversazioni. Per me sembra una parlantina di matti, ma i tuoi pesos sono pochi, a me è costata 700 reais la visita, se pensi che abbiamo la moneta quasi pari....
Ma grazie del racconto, e sono contenta che con le riviste che hai trovato sei potuta tornare al passato, é sempre un viaggio interessante. Oltretutto mi sono prese sempre le riviste dei viaggi, non sapevo che erano rubati....
Un bacione
Anna
Racconta, racconta....
 

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