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martedì 2 febbraio 2010

la solitudine di tre

Anche sommando tre solitudini, sono sempre solitudini, ma siamo ricche in tre ora...
Con la meravigliosa notizia che hai dato la mia solitudine si è sciolta, non sai quanto sono contenta. Ma certo ci stanno tanti misteri nel corpo umano e sono felice che hai finito la tua odissea, ora sei di nuovo la Claudia di sempre...meno male, ringraziamo Dio.
 
Cara Maria Rosa della Valle, oggi è proprio il caso, sembra che stai nel valle delle lagrime oggi, ma dinne dieci, sai, i medici dicono che le persone che si tengono la rabbia, il nervoso, sono soggetti ad avere malanni che non avrebbero se urlassero...Mi dispiace che ti fanno arrabbiare, ma non  ci pensare troppo, pensa a Santino, ricordati cosa diceva mio marito, che per non avere dolori, nervosi, o qualunque altra cosa nella vita, l'unica maniera era essere morti. Non c'è altro modo di fuggire alla strada della vita, bella o brutta che sia...solo non esserci...e noi ci siamo.
E se vuoi sfogarti parla, io lo faccio, vi scoccio? Non lo sò, ma vuoi che sia sincera? Non me ne importa niente...(scherzo).
 
Ieri la mia regione, cioè il rione dove abito ha avuto la più grande tempesta di tutte, ed ora é tutto scuro di nuovo, io in realtà non avevo mai avuto tanta paura dei lampi e tuoni che hanno preceduto una pioggia da vero romanzo. Stò scrivendo di nuovo con lo scuro alle cinque del pomerigio, sembra notte, tuoni, lampi, si ripeterà oggi, quest'anno è incredibile.
 
Dunque Claudia peccato che io non sono brava per raccontare in ordine, perchè è veramente una storia come poche, ma ero troppo piccola ancora, credo avevo un dodici anni, ricordo i racconti della mamma, sai quei racconti che i grandi fanno con le persone, con i bambini  presenti pensando che i bambini sentono ma non capiscono e noi ne profittiamo? A quel tempo 12 anni giocavo ancora con le bambole, quindi non si preoccupavano.
 
Questa coppia e figlio con una lieve demenza senile precoce, ma molto educato e gentile, veniva proprio da un paesino sperduto, hanno vissuto tutta la vita dentro di casa, leggevano il giornale con gli occhiali ereditati, per leggere il giornale, se li passavano da uno all'altro, lui soffriva di diabetes ma non andavano dai medici. Solo sò che la coppia prese a cuore Silvia ed io che passeggiavamo con la scimmietta e ci innammorammo di tutto lo spazzio che la nostra scimmietta poteva utilizzare, tanti alberi...ed un giorno scoprì che parlavamo italiano e così ci fece ntrare, e poi la mamma li conobbe e li prese a cuore perchè non avevano un idea di niente.
La mamma cercò di aiutarli, ma è stato impossibile, con armadi pieni zeppi di prestigiosi vestiti, gioielli, e tutto quello che la ricchezza di nuovi ricchi poteva racimolare, andavano in giro con le toppe nei vestiti ultra usati, ma proprio le toppe mettevano. E non è che se il vestito era di un colore la toppa almeno era dello stesso, la toppa era diversa, un carnevale, oggigiorno li avrebbero considerati hippies, ma all'epoca.
 
Un giorno la mamma chiese acqua da bere, ebbene la invitò in cucina e prese un bicchiere e l'acqua dal filtro. Qui l'acqua di fontana non è potabile...e il filtro era lento, senonchè la mamma disse, ma che bello questo filtro che scende tanta acqua, il nostro è lento.
Per farla breve, il filtro era filtro solo da fuori, la candela dentro che filtra loro l'avevano tolta appunto perchè troppo lenta, la spiegazione che dette a mia madre.Insomma, bevevano acqua non potabile tutta la vita, il filtro era lo stesso...
 
Un altra cosa divertente é che una delle ghiacciaie serviva da armadio per conservare da bottiglie a scatole di pomodoro, perchè non funzionava come ghiacciaia ed allora sotto c'erano anche degli arnesi tipo forbice, tenaglia, insomma, un deposito.Ma era come l'avevano lasciata quelli che furono, non toccavano niente.Per loro mandarla ad aggiustare non ci pensavano neanche.
 
Mamma mia, la stessa pioggia di ieri, ma che estate stiamo avendo, tuoni, lampi, povera gente che perde tutto ed anche la casa, ma il cielo sembra si stia rivoltando, io non sò se le piogge in iIndia, famose sono come queste o di più...
 
Un episodio che non dimenticherò mai é che un giorno, mi vollero offrire un liquore, il colore era bello, credo era cherry, ma presero un bicchiere dalla cristalliera che di cristallo non aveva più niente, era annerito. Io credo che eravamo gli unici frequentatori di quella casa;
 
Ebbene, si riempe il bicchierino ed io pensavo, e mò come faccio...stavo disperata, mi veniva ansia di vomito. Dico grazie e resto con questo bicchierino bloccato nella mano. Lo giro, lo rigiro, e dico, sai, io lo prendo piano piano perchè non sono abituata a bere...e passano i secondi che per me erano secoli.
Ad un certo punto mi è venuta un idea geniale, ho detto, senti, vai a prendere il giornale di oggi, perchè volevo vedere una cosa ed a casa l'abbiamo già usato pr la scimmietta (foderavamo la gabbia per la notte).
Lui esce ed io avendo una pianta vicino verso il contenuto nella terra. Torna lui, e dice, ma come l'hai già bevuto? ne vuoi di più? No grazie, dico io, é che ho deciso di berlo tutto di un colpo per vedere che effetto mi fá, io penso che poco a poco è peggio. Poi mi ha offerto acqua vedendo la mia faccia sbiancata, ma senza filtro...ho finto di cercare quello che non ho trovato e mai più sono entrata in quella sala dove c'era lla bellissima cristalliera che era un pericolo per me.
 
Dopo alcuni anni, la mamma andando in Italia, domandò se volessero che si incaricasse dei loro beni personali lasciati in italia, ma loro evidentemente, da buoni napoletani, non vollero, a parte che avevano un sacco di soldi qui, poi chi sà come applicati, ma  chi glielo diceva a loro che la mamma non li imbrogliava? E così chi sà quanto hanno perso di terre e cose proprie nel paese di origine.
Certo avevano un amministratore della ricchezza che chi sà quanti soldi si è fatto, era lo stesso di quel che fù, avendo difronte loro, quel che avrà imbrogliato...
 
E per concludere la mia sventata storia. Un capitoloa parte é il figlio che si mise a vendere maccchine da scrivere, non mi ricordo la marca.
Ebbene, non ne vendeva, ma spiegava che quando lui portava il campione, siccome voleva essere onesto, diceva all'eventuale compratore, guarda però che se si rompe questo determinato pezzo non lo si trova più....e così, onesto, non vendeva niente.
 
Un bacione
Anna
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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